❖ Breve Biografia
Peter Kolosimo, pseudonimo di Pier Domenico Colosimo (Modena, 15 Dicembre 1922 – Milano, 23 Marzo 1984) è stato uno scrittore e giornalista italiano.
Le sue opere sono state diffuse o tradotte in 60 paesi ed è stato uno degli scrittori italiani più popolari negli anni settanta. È stato, assieme al francese Robert Charroux e al britannico W. Raymond Drake e prima di Erich von Däniken, uno dei primi sostenitori delle teorie pseudoscientifiche dell'archeologia misteriosa e in particolare, della teoria degli antichi astronauti, che ipotizza la visita di civiltà extraterrestri sul suolo terrestre in tempi remotissimi.
Nativo di Modena, il padre era Generale dei Carabinieri originario di Colosimi, Calabria e la madre statunitense, Hoboken, New Jersey.
Kolosimo studiò e visse a lungo a Bolzano, il che gli permise di scrivere indifferentemente in italiano, tedesco o inglese. Si laureò in filologia germanica moderna all'Università di Lipsia.
Nel corso degli anni cinquanta, pubblicò alcuni racconti di fantascienza con lo pseudonimo di Omega Jim. Tra la fine degli anni cinquanta ed i primi anni sessanta, pubblicò anche nella serie venduta in edicola "I Romanzi del Cosmo" e tenne una rubrica fissa nella rivista di astronautica e fantascienza Oltre il cielo, nella quale esponeva le basi delle teorie che avrebbe poi sviluppato nei suoi numerosi libri a partire da "Il pianeta sconosciuto" (1957).
Intorno al 1960 si accostò al maoismo.
I romanzi del Cosmo n.1, Giugno 1957
• Piattaforma spaziale
Vicino a Bootstrap, piccola città costruita in mezzo al deserto, si erge un enorme e mostruoso capannone di metallo.
Nell'interno di questo capannone si sta costruendo in gran segretezza e con enorme spiegamento di forze di contro-spionaggio, un oggetto che cambierà il volto alla Storia. E' la Piattaforma Spaziale, il primo satellite artificiale che verrà lanciato nello spazio e che girerà intorno alla Terra, nella sua orbita, a 4.000 miglia di quota.
E' il primo passo dell'uomo verso le stelle!
Il satellite Artificiale racconta l'avvincente storia di un giovane che presta il proprio ingegno e il proprio braccio alla realizzazione del satellite; frammezzo a continui tentativi di sabotaggio e improvvisi colpi di scena. Leinster, maestro di fantascienza, descrive con esattezza scientifica la costruzione e il lancio della Piattaforma. Una delicata storia d'amore e un seguito di interessanti personaggi fanno da contrappunto all'azione. Leinster è stato definito in America, il «decano della fantascienza»: non per nulla il suo primo racconto a sfondo fantascientifico risale al 1918. Da allora, dalla sua straordinaria macchina per scrivere, ininterrottamente, il pubblico ha visto prorompere una fiumana di racconti, romanzi, novelle, trame, soggetti di avventure di fantascienza.
I romanzi del Cosmo n.2, Luglio 1957
• L'astronave maledetta
Andrew North è considerato, a ragione, uno dei narratori classici nel campo della fantascienza.
E infatti, in questa sua Astronave Maledetta, egli ci dà tutta la misura della sua squisita fantasia narrativa, che si esercita su altri mondi popolati di bizzarre e spesso mostruose entità, di esseri che potrebbero essere umani ma che in realtà non lo sono.
Un oscuro destino perseguita i suoi eroi, personaggi umanissimi questi, che hanno avuto in sorte di vivere in altri punti dello spazio, in altri momenti del tempo, là dove ogni dimensione umana sembra deformarsi e foggiarsi sulle infinite varietà di forme che, nello spazio e nel tempo, assume il cosmo.
Il lettore, infatti, sale fin dalle prime pagine del romanzo a bordo della Regina Solare, mercantile indipendente della Galassia, con base sulla lontanissima Terra, e, insieme con Dan Thorson, con Van Rycke, comandante della Regina ed altri esseri umani dallo strano destino, vivrà le più avvincenti avventure extra-terrestri ed ultra-mondane che mai fantasia di romanziere specializzato abbia saputo immaginare.
Nel 1961 conobbe la futura moglie Caterina, assieme alla quale pubblicò alcuni degli ultimi libri e da cui nel 1970 ebbe una figlia, Alessandra.
Negli anni sessanta si dedicò alla divulgazione di varie teorie pseudoscientifiche.
Secondo i Wu Ming, suoi estimatori, «Kolosimo intercettò la voglia di viaggio e di mistero che pervadeva tutto l'occidente (gli UFO, il triangolo delle Bermude, Uri Geller [...]) e la "dirottò" in una direzione inattesa. Camuffando da saggi divulgativi le sue narrazioni fantascientifiche, [...] creò un grande fenomeno di costume»
Nel 1969 Kolosimo vinse il Premio Bancarella con il best seller Non è terrestre.
Le sue opere sono state diffuse o tradotte in 60 paesi, tra i quali Russia, Giappone, Cina.
È stato all'epoca uno degli scrittori italiani più conosciuti al mondo.
L'editrice SugarCo di Milano pubblicò i maggiori successi dello scrittore nell'apposita collana "Universo sconosciuto". Dal Novembre 1972 all'Ottobre 1973, sempre le edizioni Sugar pubblicarono la rivista mensile Pi Kappa (dalle iniziali del nome d'arte dello scrittore, che ne fu ideatore e direttore responsabile), che riprendeva i temi da lui sviluppati nei suoi libri, tra cui archeologia misteriosa, parapsicologia, astronautica, ecologia ed esobiologia.
Kolosimo fu anche fondatore e coordinatore dell'Associazione studi preistorici Italia-RDT (ASP). Scrisse inoltre saggi sulla sessuologia (Psicologia dell'eros, 1967; Il comportamento erotico degli europei, 1970), sull'interpretazione dei sogni (Guida al mondo dei sogni, 1968) e sulla storia dell'alchimia (Polvere d'inferno, 1975).
Morì nel 1984 a Milano, dove insegnava presso la Società Umanitaria.
Le sue opere furono in parte ristampate negli anni novanta.
Dal 2004 Mursia ha acquisito i diritti dell'opera omnia di Kolosimo e ha ripubblicato i suoi testi principali
Prima di Voyager e di Mistero, prima di Graham Hancock e di Zecharia Sitchin c’era Pier Domenico Colosimo, in arte Peter Kolosimo. Modenese, classe 1922, il prossimo 15 Dicembre ricorre il novantesimo della sua nascita. Scomparso 28 anni fa, Kolosimo è stato il precursore di ogni investigatore dell’ignoto. Ha esposto le sue tesi in moltissimi libri che ad oggi vengono ancora ristampati. Non c’è argomento non conforme che non abbia toccato: archeologia misteriosa, ufologia, esobiologia, alchimia, analisi degli stati di coscienza, criptozoologia e altri ancora. La sua prima pubblicazione risale al 1959, Il pianeta sconosciuto, opera più volte aggiornata ora edita da Mursia.
Il pianeta sconosciuto è la Terra. Kolosimo scriveva:
«Il nostro è un pianeta che un attimo di irriflessione c’indurrebbe a definire conosciuto fino alla noia. Molte risposte, invece, sono suggellate da un punto interrogativo più avvincente di una suspence siderale».
Continenti perduti, mondi e abitanti del sottosuolo, alieni, animali da bestiario medioevale, costruzioni nel polo sud lunare; Kolosimo indagava su ogni stravaganza concepibile, la approfondiva e ne rimaneva lui per primo affascinato.
La sua penna era quella di un affabulatore consumato, il tono quello di un intrattenitore brillante. Provocava il lettore ponendo domande scomode al limite dell’assurdo, per un attimo si mostrava scettico poi faceva un repentino dietrofront: riportando citazioni di scienziati spesso tanto misteriosi quanto i temi che trattava, citando resti archeologici e documenti ammuffiti di antiche civiltà, finiva con il rendere verosimile l’incredibile.
Era di certo un sognatore, un narratore di favole, ma non un ingenuo, né un ciarlatano.
Evitava le teorie estreme, mostrava di possedere una cultura vasta e multidisciplinare.
Forse scriveva perché aveva bisogno di credere egli stesso al mondo del meraviglioso e dell’immaginario, desideroso com’era di trovare una spiegazione razionale ai misteri che lo irretivano. Sarebbe un grave errore, va detto, dipingere Kolosimo come un briccone che si divertiva a raccontare fole ai sempliciotti. Nessun sempliciotto leggerebbe mai un libro di Kolosimo e tra le molte dubbie teorie pur presenti nei suoi testi, il modenese spesso colse nel segno. Ne “Il pianeta sconosciuto”, raccontava del mare d’Albienne, un giacimento d’acqua presente sotto il Sahara dai 300 ai 1.200 metri di profondità, esteso per 600.000 km². Ebbene, sotto il Sahara Orientale (Libia ed Egitto), fino a ben oltre i 500 metri di profondità, esiste davvero l’Acquifero Arenario Nubiano, un bacino d’acqua dolce del volume di circa 150.000 km³. L’Unesco afferma che i giacimenti idrici sotterranei nelle Americhe, in Africa e in Eurasia equivalgono a circa 100 volte il volume d’acqua dei fiumi e dei torrenti di tutto il mondo, una riserva per decine di migliaia d’anni. Kolosimo l’aveva scritto.
Alla stessa maniera dovrebbero leggersi tutte le sue affermazioni: con il beneficio del dubbio, lasciando aperta la possibilità che dicano il vero.
Nello stesso libro affermava che l’umanità sarebbe presto arrivata su Marte, spiegando in dettaglio in che modo e che il viaggio sarebbe durato 8 mesi.
Sappiamo che il rover Curiosity è atterrato sul pianeta rosso il 6 Agosto di quest’anno dopo esattamente 8 mesi! Dunque, perché restare scettici ad ogni costo di fronte ad altre e ben più intriganti teorie descritte da Kolosimo?
Vi sono segni del passaggio sulla Terra di esseri venuti dallo spazio?
L’alchimia è solo una facezia?
Cercano di dare risposta a queste domande:
“Non è terrestre” (1968; premio Bancarella 1969) e “Polvere d’inferno” (1975).
In “Terra senza tempo” (1964) Kolosimo provò, tra l’altro, a ipotizzare la reale esistenza in tempi remoti dei mitici giganti.
Il film di Christopher Nolan “Inception” (2010), dove si compie un’incursione nel mondo dei sogni lucidi e che ha avuto enorme successo al botteghino, non deve forse qualcosa a Guida al mondo dei sogni (1974)? Peter Kolosimo diresse anche una rivista mensile nei primi anni Settanta, Pi Kappa, che in copertina riportava le materie «archeologia misteriosa, parapsicologia, astronautica, ecologia, esobiologia».
Insomma, Kolosimo antesignano delle più recenti riviste Hera, Fenix, Nexus New Times.
Il suo lascito è grande e molti hanno proseguito lungo la strada da lui tracciata, perché ciò che non si vede è sicuramente più avvincente di ciò che si vede. Soprattutto oggi.
Mauro Scacchi
Ufo 78 cominciò a prendere forma molti anni fa.
Il primo nucleo risale al 2006, quando insieme al collega Giuseppe Genna ci lanciammo in un’improvvisazione narrativa che chiamammo Mater Materia, incentrata sugli anni Settanta.
Non gli anni di piombo, come da cliché, ma quelli dei nostri ricordi di bambini sognatori: la fissazione di massa per gli UFO, il paranormale, il misterioso; gli incontri ravvicinati del terzo tipo; il Triangolo delle Bermude; il «sensitivo» Uri Geller che piegava cucchiai col pensiero – già allora ci chiedevamo: se ha simili poteri, perché li spreca piegando cucchiai?
Chi se ne frega dei cucchiai? – e i libri del fantarcheologo Peter Kolosimo (1922-1984), che si vendevano a carrettate. Erano in ogni casa, le nostre e quelle dei nostri amici: Astronavi sulla preistoria, Odissea stellare, Fratelli dell’infinito...
Si generò un cortocircuito tra quei ricordi e altri, vividi ma meno affascinanti: echi di lotta armata, tg che riferivano di attentati, immagini di posti di blocco.
Ambientammo Mater Materia nel 78, l’anno del sequestro Moro e di altri eventi cruciali, ma anche dell’ondata di UFO, 2.000 avvistamenti nei cieli d’Italia, record tuttora ineguagliato.
Ci figurammo uno scrittore liberamente ispirato a Kolosimo e un convegno sugli UFO programmato a Roma per il terzo weekend di Marzo.
Il convegno saltava dopo l’agguato di via Fani.
Che avrebbero fatto tutti quegli ufologi in una capitale precipitata nel caos?
Ci baloccammo con l’idea di scrivere un romanzo insieme, noi e Genna.
I casi della vita ci condussero altrove, ma quelle suggestioni continuarono a lavorare.
Nel 2007 Genna pubblicò Medium, romanzo in cui elaborava il lutto della morte del padre.
Peter Kolosimo – ma era proprio lui? – vi compariva come personaggio.
Quanto a noi, nel Luglio 2009 pubblicammo su GQ un articolo dedicato a Kolosimo e intitolato “UFO e rivoluzione”, come un celebre scritto del trotskista argentino Juan Posadas (1912-1981). Lo stesso Posadas affiancò Kolosimo come possibile protagonista (benché trasfigurato) di un futuro romanzo. Materiale che si accumulava nei computer.
Nel mentre scrivemmo Altai, poi ci fu la lunga gestazione de L’Armata del Sonnambuli, oltre ai vari progetti solisti.
Nel Maggio 2013 il Guardian ci chiese di compilare una top ten ragionata delle nostre utopie predilette. Interpretammo «utopia» non come descrizione di una società ideale, ma come desiderio di altrove che si esprime nella cultura e nelle pieghe del quotidiano.
Includemmo nella lista 4 libri di Kolosimo.
Nel 2014 la nostra «sezione musicale», il Wu Ming Contingent, incise il suo primo album, Bioscop. Un brano, Italia mistero kosmiko, parlava di Kolosimo, di cui proprio quell’anno cadeva il trentennale della morte. Sul nostro blog Giap, insieme allo studioso di magia e misteri Mariano Tomatis, celebrammo la ricorrenza in uno speciale intitolato, con citazione beatlesiana, «Trent’anni across the universe».
Recuperammo Mater Materia. Col permesso di Genna, per conto nostro ci lanciammo in un brainstorming. Nuovo titolo di lavoro: Viva Posadas! Nel libro doveva chiamarsi così l’ultimo spaghetti western, girato a voga finita da un pezzo.
Fu allora che lo scrittore ispirato a Kolosimo prese il nome di Martin Zanka.
Lacerti del brainstorming e delle prime ricerche li depositammo come bombe a tempo in alcuni dei libri a seguire. In Un viaggio che non promettiamo breve (2016) compare un (vero) ufologo torinese, Paolo Fiorino e si accenna alle leggende «spaziali» che avvolgono la Val di Susa. Nel frattempo, come tanti anni prima dalle ricerche per 54 era nato Asce di guerra, da una costola di Viva Posadas! nacque un altro romanzo.
Accadde quando incrociammo la traiettoria di Aleksandr Bogdanov (1873-1928), dirigente bolscevico, avversario politico e teorico di Lenin, autore di un classico della fantascienza in lingua russa, Krasnaja zvezda (Stellarossa).
Il romanzo che dedicammo a Bogdanov, Proletkult, uscì nell’autunno 2018.
Lo presentammo a Bologna in una sera di Novembre, proprio mentre in città si svolgeva un convegno ufologico sull’Ondata del 78, nel quarantesimo anniversario di quegli avvistamenti.
La coincidenza ci spinse a riprendere in mano Viva Posadas!, che nel frattempo aveva cambiato titolo di lavoro e si chiamava La grande ondata del 1978, oltre ad aver cambiato intreccio molte volte. Ora avevano un ruolo alcuni lemuri fuggiti da un camion diretto allo zoo di Pistoia. Creature aliene, già apparse nel 2004 in uno dei nostri romanzi solisti, New Thing. Nel Gennaio 2019 iniziammo la stesura, ma nel 2020 calò come un maglio, schiacciando tutto, l’emergenza Covid. Non smettemmo di scrivere, ma lo scrivere è parte della vita e nel 2020 le nostre vite, come quelle di tutti, cambiarono bruscamente.
Mentre lavoravamo a La grande ondata sviluppammo su Giap riflessioni critiche sulla gestione pandemica. Inevitabilmente, il romanzo fu influenzato da quelle analisi e da quanto ci accadeva intorno. Nei 2 anni seguenti continuò a trasformarsi, a cambiarci tra le mani.
Nel 2021 il titolo si era ormai asciugato: Ufo 78.
Quell’estate terminammo la prima stesura completa, la rileggemmo e ci dicemmo: "no, ancora non funziona". L’Einaudi ci concesse un altro anno.
Lavorammo come dannati. Tagliammo una sotto-trama che mal si intrecciava alle altre, ambientata nel mondo musicale neofascista, tra le band che suonavano ai Campi Hobbit.
Quanto ai lemuri, erano già scomparsi tempo prima.
Finita la nuova stesura a fine Maggio 2022, abbiamo continuato a limarla fino al 26 Agosto e all’ultimo minuto prima di andare in stampa.
Ufo 78 arriva in libreria pochi mesi prima del centenario della nascita di Kolosimo, che venne al mondo il 15 Dicembre 1922. Giuriamo, *non l’abbiamo fatto apposta.
Nota Silverland:
*ma chi se ne frega delle coincidenze è il libro quello che conta :P, credo sia stato inutile giustificarsi in un mondo popolato da Tiktoker, Youtuber, Instagramer e chi più ne ha più ne metta, dove tutto è saltato e dove i contenuti veri non esistono più, aimè.
È stata la rotazione di ingranaggi celesti, ruote dentate il cui moto cominciò un giorno del 2006 quando Genna al telefono disse:
«Che pazzesco personaggio letterario, Peter Kolosimo!» (1)
NOTE
1. Wu Ming, “Sarà colpa di tutti quegli ufologi a Roma se la città è precipitata nel caos?”, Tuttolibri, 15.10.2022, p. IX.