Mark McCandlish, noto illustratore aerospaziale, sta ultimando un documentario ( che sarà intitolato “Punto-Zero: la storia di Mark McCandlish e il Liner Flux” ) nel quale spiegherà attraverso un
episodio realmente accaduto nella sua vita, come i militari statunitensi, attraverso studi di retro ingegneria, abbiano potuto progettare e creare velivoli molto simili agli UFO. McCandlish
divenne noto qualche tempo fa, nel panorama ufologico, dopo aver divulgato pubblicamente una vicenda accaduta nel 1998: quell’anno, lui ed un suo amico, un certo Brad Sorenson, avrebbero dovuto
partecipare ad un air show organizzato presso la base aerea USA di Norton, in California. Per problemi di lavoro inaspettati, egli non poté partecipare, ma, il suo amico si recò ugualmente
e grazie ad una conoscenza addentrata nell’ambiente, riuscì ad avere anche accesso ad una zona riservata della base.
Dopo essere entrato in uno degli hangar custodito con un elevato livello di sicurezza, ebbe la possibilità di vedere con i suoi occhi almeno 3 oggetti a forma di disco volante contenuti nel
deposito e sospesi a mezz’aria. Sembrava di assistere ad una dimostrazione preparata ad alto livello. Uno di questi oggetti aveva alcuni pannelli laterali rimossi ed era quindi possibile vedere
cosa conteneva al suo interno. C’era inoltre, un monitor, che mostrava alcuni test di volo effettuati da questi oggetti che non si libravano in modo classico, ma effettuavano dei balzi improvvisi
in tutte le direzioni con velocità incredibili, senza emettere alcun rumore.
Questi oggetti, denominati ARV ( Alien Reproduction Vehicles ), chiamati comunemente “Liner Flux” erano parte integrante di un progetto altamente segreto e messo in atto da alcuni decenni.
Servendosi della descrizione riportata dall’amico Sorenson, McCandlish abbozzò un disegno di uno dei velivoli custoditi nell’hangar della base e cominciò ad indagare sul mistero, per capire quale
meravigliosa tecnologia utilizzassero questi oggetti nelle loro eccezionali evoluzioni. Con il passare degli anni, attraverso le indagini, e soprattutto grazie ai suoi rapporti di lavoro con i
maggiori appaltatori della difesa statunitense, egli giunse alla conclusione che la tecnologia utilizzata dagli ARV, era quella originariamente teorizzata da Albert Einstein nella fisica
quantistica, conosciuta come: “energia del punto zero” o “energia del vuoto”.
Il documentario di cui prima accennavamo, dovrebbe essere ultimato a breve, con interessanti effetti grafici in 3D, sarà presentato in anteprima negli Stati Uniti il prossimo 2 giugno alla
presenza dello stesso McCandlish che, successivamente alla proiezione, risponderà alle domande eventualmente poste dal pubblico presente in sala.
James Allen, il regista, fotografo e designer 3D è anche il regista di "Zero-Point: la storia di Mark McCandlish e il Liner Flux", un documentario sulla sua ricerca in quello che molti sostengono
sia il programma militare classificato top-secret degli Stati Uniti per costruire e testare un aereo sperimentale alimentato da energia di punto zero.
Il signor McCandlish, un illustratore e designer di tutto rispetto nel campo dell’aeronautica, ormai da anni parla pubblicamente di informazioni su velivoli a forma di disco ( che sarebbero
responsabili di decine di avvistamenti UFO ).
Ha anche mostrato disegni molto dettagliati che ha fatto dei suddetti velivoli, sulla base di interviste dirette con un testimone oculare ugualmente rispettabile.
Tuttavia, pochi al di fuori della comunità di indagine UFO hanno sentito il suo racconto.
Allen, spera che il suo film girato a basso costo, per il quale ci sono voluti circa 3 anni, cambierà tutto ciò, in quanto è la prima analisi dettagliata di queste affermazioni convincenti. "Facendo un po' di scavi, ho scoperto che altre persone hanno visto la stessa cosa, "dice Allen." Un certo numero di fisici hanno sostenuto l'affermazione che si potrebbe costruire un velivolo forse più veloce della luce, che funziona polarizzando lo spazio-tempo". Allen lo spiega in questo modo:
"Gli scienziati hanno scoperto negli anni '60 che il cosiddetto vuoto dello spazio non è solo un vuoto, c'è un campo di sfondo energetico incredibilmente denso", dice.
In poche parole, l'energia di punto zero è una "fonte di energia praticamente illimitata ovunque", continua Allen. "E' un argomento piuttosto interessante a mio avviso.
Se questo tipo di tecnologia fosse portata fuori e attuata nella sfera pubblica si cambierebbe la faccia della Terra".
Il film di 90 minuti è quasi finito.
E' un pezzo interessante e intrigante di giornalismo investigativo che è rimasto coperto dal segreto fino ad ora. Allen ha bisogno di circa 10.000 dollari per finire la post-produzione, aggiustamenti audio e computer grafica, in modo che il film possa essere presentato ai festival cinematografici internazionali.
Ne è stata proiettata una piccola anteprima il 2 giugno presso il Bean Sentient, dove Allen si è messo a disposizione per discutere del film tramite schede di commento, permettendo agli spettatori di suggerire eventuali miglioramenti.