❖ Biografia
Ha conseguito la laurea in scienze politiche con una tesi in scienze sociologiche all'Istituto Cesare Alfieri dell'Università di Firenze e ha poi prestato servizio militare come ufficiale di
complemento della 3ª Brigata missili "Aquileia" dell'Esercito Italiano a Portogruaro.
Fin dal 1960 si è messo alla ricerca di ogni possibile documentazione o informazione sulla presunta fenomenologia UFO.
Nel 1967 ha fondato l'associazione Centro ufologico nazionale (CUN), di cui è stato più volte Presidente e portavoce e tuttora direttore della rivista sociale.
In rappresentanza del CUN ha partecipato a innumerevoli programmi radiofonici e televisivi.
Possiede uno degli archivi europei più vasti e documentati sul fenomeno UFO.
Ha svolto attività di pubblicista dal 1975, collaborando con diverse riviste con articoli di ufologia: ha al suo attivo migliaia di articoli e 34 opere divulgative a carattere ufologico, alcune
delle quali tradotte in altre lingue.
Astrofilo, gli è stato dedicato nel Minor Planets Catalogue l'asteroide
PINOTTI 12470-1997BC9, scoperto il 13 Gennaio 1997 dall'astrofila Maura Tombelli del Gruppo Astrofili di Montelupo Fiorentino.
❖ Studi ufologici
La teoria del Grande Gioco:
Roberto Pinotti è un fermo sostenitore della tesi che gli extraterrestri ci facciano periodicamente visita.
Sulla quarta di copertina del suo libro UFO: il fattore contatto, afferma:
«La presenza di intelligenze extraterrestri che periodicamente visitano il nostro pianeta è ormai scientificamente provata».
Pinotti ha anche proposto una soluzione per il paradosso di Enrico Fermi brevemente:
«Se gli extraterrestri esistono, perché non sono già qui?».
L'ipotesi di Pinotti è che l'umanità potrebbe trovarsi in una sorta di riserva indiana nell'ambito di un accordo chiamato The Big Game (Il Grande Gioco), che sarebbe stato stipulato tra i governi
della Terra e specie extraterrestri per rivelare la loro esistenza solo gradualmente.
Pinotti ritiene che tale accordo possa essere spiegato con l'intento di prevenire l'anomia, che potrebbe derivare dalla rottura degli assunti del reale planetario, nonché, dall'immediata caducità
dei valori tradizionali.
❖ Presunto UFO crash italiano nel 1933
Nel 2000, durante un simposio ufologico a San Marino, Pinotti ha annunciato di avere ricevuto da una fonte anonima materiale proveniente da presunti archivi fascisti sugli UFO, successivamente
pubblicato, riguardanti un disco volante che si sarebbe schiantato nei pressi di Milano nel 1933, circa 14 anni prima dell'incidente di
Roswell nel Nuovo Messico.
Ne sarebbe seguita un'indagine, condotta da un sedicente Gabinetto RS/33 (RS starebbe per "Ricerche Speciali"), autorizzato dallo
stesso Benito Mussolini, guidato dal fisico Guglielmo Marconi. Nonostante la copertura dell'OVRA, nel 1941 i fascicoli dell'indagine sarebbero caduti nelle mani della Gestapo per l'avvio di un
analogo programma nazista da condurre in cooperazione con l'Ahnenerbe.
L'astronave sarebbe stata nascosta in un hangar della Savoia-Marchetti a Vergiate (VA), ma non esiste alcuna prova della sua presenza, né di un suo supposto trasferimento nell'Area 51 (Nevada in USA). Non esistono prove nemmeno dell'esistenza del Gabinetto RS, la cui storicità nemmeno nel mondo ufologico è unanimemente accettata.
Pinotti ha dedicato un libro all'argomento: Mussolini e gli UFO, scritto con Alfredo Lissoni.
"Il fenomeno esiste: è reale, tridimensionale, solido, tecnologico, estraneo, quindi non ha niente a che vedere col mondo che conosciamo. E se viene dall’esterno, vuol dire che
abbiamo delle visite da parte di qualcun altro. E probabilmente non da ora".
Il fenomeno in questione è quello ufologico e a parlarne in questi termini è uno dei decani della ricerca italiana in questo settore, Roberto Pinotti.
Sociologo, scrittore, giornalista aerospaziale, nonché Segretario generale del CUN e del team CETI (Contact with Extra-Terrestrial Intelligence), ha appena concluso la sua “ultima fatica”: la 2
giorni di San Marino, un appuntamento ormai tradizionale per tanti appassionati.
È proprio in questa occasione che ci siamo incontrati, per fare insieme il punto su questa materia così discussa sulla quale Pinotti ha indagato con grande passione e grande impegno nell’ultimo
mezzo secolo di vita.
"Il mio primo articolo l’ho scritto quand’ero corrispondente per un’associazione inglese: era il 1962 ed avevo 18 anni. Se si fanno i conti…", mi racconta con un pizzico di giustificato orgoglio e forse anche di nostalgia. In questi decenni, lo studio dei fenomeni aerei anomali, come oggi amano dire gli esperti al posto dell’abusato acronimo UFO, di passi avanti ne ha fatti molti. Il più clamoroso ed evidente è l’ammissione da parte di alcuni governi dell’esistenza di indagini lunghe e costose su ciò che ufficialmente non dovrebbe esistere. Un po’ strano, no?
La nostra intervista parte proprio da questa anomalia.
Sabrina Pieragostini:
Dr. Pinotti, come si spiega l’apertura degli archivi segreti contenenti centinaia e centinaia di dossier su presunti avvistamenti alieni?
Roberto Pinotti:
io do questa chiave di lettura: i governi minori, intendo i governi europei, sudamericani e asiatici che hanno assunto questo atteggiamento di apertura cauta ma netta, addirittura aprendo le loro documentazioni istituzionali ufficiali, in pratica stanno mettendo le mani avanti. Stanno dicendo alle loro opinioni pubbliche che non le hanno ingannate, perché in fin dei conti hanno detto loro qualcosa. Lo stesso ha fatto e sta facendo in forma analoga il Vaticano, che sta ammettendo che dal punto di vista teologico gli Alieni non solo possono esistere, ma addirittura dovrebbero esistere, perché altrimenti si determinerebbe una contraddizione nei confronti della onnipotenza creatrice di Dio.
Sabrina Pieragostini:
quindi anche la Santa Sede si aspetta gli Alieni.
Ma perché mettere le mani avanti?
Roberto Pinotti:
perché tutti questi poteri hanno ben poco da perdere.
Chi invece avrebbe da perdere maggiormente è la leadership planetaria degli Stati Uniti di America. Sono i più informati, sanno tutto (almeno dagli anni ’50) ma non dicono nulla, perché qualora saltasse fuori una realtà di questo tipo, probabilmente gli Stati Uniti diventerebbero una nazione come tante altre e lo vogliono evitare.
Quindi, da parte loro (e non da adesso, ma da almeno una ventina d’anni) è partita la creazione di un mito, un mito falso, fasullo, degli alieni brutti, cattivi, aggressivi, ostili di cui bisogna diffidare. Perché se fosse davvero così, gli Stati Uniti, che già adesso si atteggiano a guardiani del mondo, verrebbero ad accreditarsi come i nostri potenziali difensori contro un’eventuale aggressione. Così sperano di mantenere ancora una leadership.
Non credo che ci riusciranno: non so quando, ma sono sicuro che al pari dell’Unione Sovietica imploderanno e saranno spazzati via se domani salterà fuori la verità sul tema UFO.
È la tesi del “cover up”: copertura, mistificazione, insabbiamento scientemente ed astutamente portato/a avanti da Washington e dalle altre superpotenze per trarre tutti i benefici da un ipotetico contatto ravvicinato con una o più civiltà aliene (basti pensare a tutte le straordinarie scoperte della seconda metà del XX secolo, frutto secondo i teorici del complotto proprio della reingegnerizzazione di strumentazioni extraterrestri) senza però nessun svantaggio.
Sabrina Pieragostini:
allora anche gli scienziati hanno sempre negato il fenomeno alieno per questo stesso motivo? O c’è qualche altro timore di base?
Roberto Pinotti:
una ventina di anni fa, quando lavoravo in una società del comparto aerospaziale, quasi per caso sono stato coinvolto in un’iniziativa portata avanti dal SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) che per 2 anni consecutivi, nel 1987 e nel 1988, ha affrontato in 2 sessioni di congressi astronautici internazionali il problema.
"E se domani arrivassero gli alieni, che succede?".
Roberto Pinotti:
Da sociologo io ho dato il mio contributo e le mie 2 relazioni scientifiche sono state accettate.
Poi però è venuto fuori il “Post Detection Protocol”, cioè il protocollo che il SETI ha creato in caso di contatto, nel caso in cui si avverta davvero un segnale di vita intelligente.
Sapete che dice?
Purtroppo che la gente sarà l’ultima a sapere, perché prima bisogna vagliare attentamente lo scenario, valutarlo insieme alle Nazioni Unite e con l’unione astronomica internazionale, discuterne con tutta una serie di organismi e solo da ultimo lo si dirà alla gente.
Questo la dice lunga…
Si teme che l’opinione pubblica possa essere scossa da una simile rivelazione, perché si ultimerebbe la rivoluzione copernicana: la Terra da quello che tuttora si crede che sia, ovvero, il
centro dell’universo, diventerebbe un semplice banalissimo pianeta che, statisticamente parlando, ha almeno 150.000 repliche solo nella nostra galassia.
Tutto questo ci detronizza come padroni del creato.
Però dobbiamo accettarlo perché funziona così nell’universo.
Sabrina Pieragostini:
eppure da qualche anno si registra una novità.
Anche il mondo della scienza (quella seria, accademica, ufficiale) dopo aver ridicolizzato coloro che parlavano di vita aliena e di possibilità di contatti con civiltà provenienti dallo spazio, ora è in prima fila alla ricerca di prove. Non solo.
Alcuni suoi esponenti, anche autorevoli, affermano addirittura di averne già trovate, come ad esempio l’astronomo irlandese Eamonn Ansbro, anch’egli relatore al congresso di San Marino. Come mai questa inversione di rotta?
Roberto Pinotti:
la scienza sta capendo che è presa in contropiede: la gente vuole sapere e ha bisogno di essere informata. Le generazioni di scettici che un po' per disinformazione e un po' per prevenzione hanno finora negato tutto, stanno cadendo sotto i colpi di una serie di eventi e cambiamenti. Fino a pochissimo tempo fa, il maggiore ostacolo che veniva frapposto all’idea di Alieni in visita alla Terra, era il concetto dell’idea limite della velocità della luce che non può essere violata. S'è impossibile viaggiare come o più della luce, allora è impossibile che un’astronave compia distanze interstellari per arrivare fin qua.
Oggi, dopo l’esperimento del Cern di Ginevra, abbiamo visto che non è sicuro che la velocità della luce sia insuperabile. Le nuove scoperte stanno sbalestrando la fisica come la conosciamo e
ci stanno facendo capire che se, per esempio, si riesce a deformare o a contrarre lo spazio, ci si può spostare per grandi distanze in tempi brevi.
Già questo ha spiazzato definitivamente il fronte degli scettici.
Ma soprattutto, la gente si sta convincendo sempre di più.
Una volta, a malapena il 30% dell’opinione pubblica accettava queste idee, oggi invece (lo dicono gli ultimi sondaggi) i tre quarti della gente accetta l’idea degli alieni e degli UFO.
Ciò significa che sta crescendo una nuova generazione aperta a queste tematiche.
Max Plank, il grande fisico, disse che una nuova realtà scientifica non s'impone per il fatto che riesci a convincere i suoi oppositori, ma perché i suoi oppositori muoiono uno dopo l’altro e
nel contempo cresce una nuova generazione in grado di accettarla.
Sabrina Pieragostini:
e per il futuro? Cosa dovremmo attenderci da qui ai prossimi anni?
Incontri ravvicinati di ogni tipo? Rivelazioni di massa?
Roberto Pinotti non nasconde un certo ottimismo in proposito…
Roberto Pinotti:
fino a pochissimo tempo fa, ero convintissimo che non avrei mai visto gli effetti dell’azione che sto portando avanti da 50 anni in ogni parte del mondo.
Non pensavo che ne avrei visto i frutti. Ma oggi, posso dire che non ne sono più affatto certo.
Anzi, ho il sospetto che forse prima di morire vedrò effettivamente un cambiamento radicale.
Se domani dovesse verificarsi davvero, se dovessimo accertare che davvero gli Alieni hanno visitato la Terra, ci sarà un effetto domino, esattamente come per la caduta dell’URSS.
Il processo sarà tale che non si potrà fermare.
Sarà un terremoto e purtroppo ci saranno vittime collaterali.
Perché tutto questo evidentemente ci espone ad una serie di problemi: il mondo non sarebbe più lo stesso. Dobbiamo capirlo, sociologicamente, dobbiamo renderci conto che potremo dover cambiare tante cose, ma non credo che la situazione sarà peggiore di quella attuale.
In fin dei conti, avremo un vecchio mondo da perdere, ma anche uno nuovo da guadagnare.
E forse dovremmo quasi sperare che avvenga…
SABRINA PIERAGOSTINI