Trama e scheda del film SUPER 8
Titolo originale: Super 8
Regia: J.J. Abrams
Paese e Anno: USA 2011
Cast: Joel Courtney, Elle Fanning, Kyle Chandler, Riley Griffiths, Gabriel Basso, Ryan Lee, Zach Mills, Jessica Tuck, Joel McKinnon Miller, Ron Eldard, Amanda Michalka, Britt Flatmo, Glynn Turman, Noah Emmerich, Richard T. Jones, David Gallagher, Brett Rice, Michael Giacchino, Bruce Greenwood, Beau Knapp
Fotografia: Larry Fong
Montaggio: Maryann Brandon, Mary Jo Markey
Musiche: Michael Giacchino
Produzione: Amblin Entertainment, Bad Robot
Distribuzione: Universal Pictures
Genere: Fantascienza - Avventura
Durata: 112 min.
Trama SUPER 8
Nell'estate del 1979 un gruppo di amici che vive in una piccola cittadina dell'Ohio assiste a un catastrofico deragliamento di un treno mentre sta girando un film in super 8 da mostrare ad un
festival provinciale, un gruppo di ragazzi è involontariamente testimone di un terribile disastro ferroviario dal quale “qualcosa” fugge. Presto il team inizia a sospettare che non si sia
trattato di un incidente. Pochi giorni dopo cominciano a verificarsi una serie di misteriose sparizioni e di eventi inspiegabili che hanno luogo nella città, così lo sceriffo si mette alla
ricerca. Questa sarà molto peggiore di quanto ci si possa attendere. Alla fine starà ai ragazzi riuscire a mettere insieme i pezzi di una storia che procederà comunque, con o senza il loro
intervento, e dalla quale dovranno uscire vivi.
Trailer SUPER 8
Recensione SUPER 8
«Kodachrome/You give us those nice bright colors/You give us the greens of summers/Makes you think all the world's a sunny day, oh yeah!/I got a Nikon camera/I love to take a photograph/So
Mama, don't take my Kodachrome away».
È il 1973 quando la canzone Kodachrome di Paul Simon (senza Garfunkel) entra nella top 10 USA dei singoli più venduti.
Il brano è ispirato a un tipo di pellicola Kodak per i film in Super 8 dalla grana molto fine e dai colori naturali. Il messaggio subliminale, sotteso nel ritornello e tra le strofe del testo di Simon, invita gli adulti a non gettare nel cestino le piccole tracce dei ricordi conservate dai giovani. Pure il regista J.J. Abrams sembra alla ricerca del tempo perduto, tanto da aprire un personale dialogo con la cinematografia amatoriale. Si può dire allora che l’amore per il Super 8 utilizzato nel periodo della sua infanzia e adolescenza appaia, per lui, come un riflesso incondizionato: l’autore riesce con una certa abilità a mettere a frutto questo tipo di affezione so vintage, evitando qualsiasi disgregazione conflittuale con una storia di fantascienza.
Il regista di Star Trek acconsente pian pianino ad aprire la sua “valigia dei sogni”, per mostrarne il contenuto occulto solo e soltanto alla fine e, da vero imbonitore qual è, accende la curiosità del proprio pubblico permettendo di spiare dal buco della serratura quel piccolo universo chiuso a chiave.
La curiosità di sapere se l’alieno con il quale il gruppo di ragazzi entrerà in contatto sia pacifico oppure no è accompagnata da reversibili emozioni che sconfinano da risa ritualizzate alle scoperte della sessualità, fino a contrazioni drammatiche che esplodono in duri confronti con l’autorità patriarcale.
Sarebbe oltremodo interessante mettere a confronto la pellicola di J.J. Abrams con il contemporaneo film indipendente Monsters di Gareth Edwards.
A volte, la sceneggiatura sbanda su curve strutturate in maniera sin troppo rigida, ma dopotutto non è una grande disgrazia o comunque la reazione differita consiste nel non dilungarsi troppo in
tali pensieri su possibili idiosincrasie.
A livello cognitivo, peccando di un’eccessiva dose d’innocente ingenuità, lo spettatore sperimenta la sensazione di trovarsi auto-realizzato in un mondo finzionale a misura di bambino, così
soddisfa il desiderio secondario d’immedesimazione con i protagonisti della vicenda narrata. Preventivamente accusato di scimmiottare cult come Incontri ravvicinati del terzo tipo e/o
E.T., il regista J.J. Abrams è assolto per non aver commesso il fatto e, alla luce
di Super 8, risulta eccezionalmente risarcibile nei casi determinati dalla critica. Infatti, c’è già chi lo considera il manifesto di una nuova generazione.