Trama e scheda del film Pacific Rim Uprising
Titolo originale: Pacific Rim Uprising
Regia: Steven S. DeKnight
Paese e Anno: USA 2018
Cast: John Boyega, Scott Eastwood, Adria Arjona, Rinko Kikuchi, Tian Jing, Charlie Day, Burn Gorman, Dustin Clare, Cailee Spaeny, Karan Brar, Daniel Feuerriegel, Rahart Adams, Bridger Zadina, Levi Meaden, Shyrley Rodriguez, Nick Tarabay, Ivanna Sakhno, Jaime Slater
Fotografia: Daniel Mindel
Montaggio: Zach Staenberg
Musiche: John Paesano
Produzione: Legendary Entertainment, Perfect World Pictures (Beijing), Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures
Genere: Fantascienza
Durata: 111 min.
Trama Pacific Rim Uprising
Il ribelle Jake Pentecost, un tempo promettente pilota di Jaeger, è il figlio di un leggendario combattente che ha dato la sua vita per la vittoria dell'umanità contro i mostruosi Kaiju.
Catturato nella rete della criminalità, Jake ha abbandonato la sua formazione ma, quando una nuova minaccia si profila all'orizzonte e il mondo viene messo in ginocchio, ha una seconda
occasione grazie alla sorella Mako Mori. Fa così squadra con il rivale Lambert e con l'hacker quindicenne Amara.
Trailer Pacific Rim Uprising
Recensione Pacific Rim Uprising
Un film con i robottoni è una lama che trafigge la breccia generazionale tra chi è sopra e chi sotto i 40 anni e ne aumenta il distacco. Mazinga, Goldrake e Jeeg Robot sono stati uno svago legato
all'infanzia le cui action figure oggi sono ricercati e costosi oggetti da collezione e immaginare un film con i super robot contro creature aliene senza di loro, è dura. Gli jeager di Pacific
Rim sono debitori alla cultura giapponese e a malincuore (per noi) non prendono le distanze dal consolidato modello del blockbuster americano che punta alla generazione di sotto, spargendo
delusione tra quella di sopra. Il primo Pacific Rim, pur non essendo tra i migliori film di Guillermo del Toro, lasciava sentire saltuariamente la mano dell'autore mentre il suo sequel, perdendo
anche quella poca autorialità, diventa un prodotto di consumo sullo scaffale in mezzo a tanti altri.
Pacific Rim 2 - La rivolta è andato incontro a una serie di eventi che ne hanno condizionato il valore commerciale. Quello artistico è assente. Guillermo del Toro voleva continuare la saga, la
Warner ha mollato, è subentrata Legendary Entertainment insieme a Universal, del Toro ha lasciato dedicandosi al pluripremiato La forma dell'acqua, Charlie Hunnam e (per ovvie ragioni narrative)
Idris Elba sono usciti dal progetto. Un partner finanziario cinese è subentrato portando parte della storia a Shangai, mentre la generale poca voglia di rischiare ha omologato questo prodotto a
molti altri film senz'anima, tanto da consentire una rivalutazione persino dell'ultimo Transformers. Non un buon esordio per il regista Steven S. DeKnight che sarebbe ingiusto indicare come unico
responsabile.
Il film in sostanza è: robot giganti contro altri robot giganti e poi contro mostri giganti. Questo non significa che il resto debba essere tirato via, ma è così. Il ritmo è sostenuto, proprio
perché fermarsi a pensare è controproducente. La storia di Pacific Rim 2 - La rivolta poggia interamente sulle spalle della star in ascesa John Boyega, interprete di un personaggio sbruffone,
tiepidamente ribelle con poche battute frizzanti che avrebbero aiutato a renderlo più simpatico. Il co-protagonista Scott Eastwood non è pervenuto. I due scienziati di Charlie Day e Burn Gorman
tentano di replicare l'umorismo del primo film, gli sceneggiatori però li trascinano nelle contorsioni della storia in cerca di stupore. E il debito con il Giappone dovrebbe essere ripagato dal
finale sul Monte Fuji? Umanità in pericolo, distruzioni massicce, eroi pronti al sacrificio... ce ne sono di film così, ma se non c'è anima in chi li fa, non c'è anima in chi li vede.