Trama e scheda del film Independence day
Titolo originale: Independence day
Regia: Roland Emmerich
Paese e Anno: USA 1996
Cast: Bill Pullman, Jeff Goldblum, Will Smith, Mary McDonnell, Vivica A. Fox, Robert Loggia, Randy Quaid, Judd Hirsch, Margaret Colin, Brent Spiner, James Rebhorn, Harvey Fierstein, Adam Baldwin, James Duval, Lisa Jakub
Fotografia: Karl Walter Lindenlaub
Montaggio: David Brenner
Musiche: David Arnold
Produzione: Centropolis Entertainment
Distribuzione: 20th Century Fox
Genere: Fantascienza
Durata: 144 min.
Trama Independence day
La mattina del 2 luglio 1996, il SETI ( il programma di Ricerca di Intelligenze Extraterrestri ) avverte uno strano rumore, classificato come probabile segnale dal cosmo di una forma di vita. In breve tempo viene rilevato un gigantesco oggetto, grande quanto un quarto della Luna, in avvicinamento dallo spazio; viene scartata l’ipotesi del meteorite perché inizia a rallentare. Subito dopo vengono monitorati dei “frammenti” che sembrano staccarsi da esso, e il mondo viene messo a soqquadro dall’arrivo di gigantesche astronavi aliene che iniziano a dividersi in astronavi più piccole ma sempre gigantesche ( 26 km di diametro ) basi spaziali semoventi, gli aggressori galattici cominciano a devastare Washington, New York, Los Angeles. Grazie a un giovane scienziato ebreo il 4 luglio, anniversario dell'indipendenza (1776) dagli inglesi, gli americani passano al contrattacco.
Trailer Independence day
Recensione Independence day
Tratto da un traballante soggetto del produttore Dean Devlin, diretto alla peggio da un eccitatissimo Roland Emmerich, re del cinema catastrofico contemporaneo e annunciato come evento
cinematografico dell'ultimo decennio, il film si rivela nel suo insieme un maldestro tentativo d'emulazione a vari B-movies anni cinquanta del genere fantascientifico, come La guerra dei mondi
(The War of the Worlds, USA 1953 di Herbert George Wells) e La Terra contro i dischi volanti (Earth vs. the Flying Saucers, USA 1956 di Fred F. Sears).
Occorre distinguerlo in due ottiche separate. Narrativamente è un caso di imbecillità assoluta, pieno di arzigogoli stereotipati e situazioni coincidenti, tipiche di un giocattolo a sorpresa dove
i personaggi si muovono sullo schermo allo stesso ritmo delle pedine di una scacchiera; si allontanano, spariscono e poi, improvvisamente, si ricongiungono. Il solo lato corretto e apprezzabile
della pellicola è riscontrabile nei trucchi speciali ( oltre 3000 ), distribuiti in una panoramica visiva niente male.
Poi il concetto implicito della vicenda, che è la vera natura del film, espresso in modo premeditato e tale da non potersi sottrarre ad un qualsivoglia richiamo politicizzato. Realizzato in
concomitanza di tre eventi storici rilevanti - cinquantenario dalla fine della seconda guerra mondiale, anniversario del 4 Luglio (giorno dell'indipendenza), vittoria nella guerra del Golfo - il
lavoro appare nel suo insieme uno sfacciato spot propagandistico militare. Tutto si svolge in funzione dell'ideale patriottico, ma ciò che tremendamente risulta insopportabile, deriva dal modo in
cui è presentata l'America: il guardiano del mondo, dove tutte le altre nazioni sono partner associate. Un gendarme del bene, che di fronte alle avversità più tremende è pronto a sobbarcarsi da
solo oneri (e onori) anche a costo di immani sacrifici. Un concetto di supremazia volutamente forzato e posto a riscatto dei guai combinati dagli Stati Uniti in un recente passato (vedi Vietnam),
ormai presente e difficilmente separabile nell'ideologia hollywodiana per questo genere di film.
Costato circa 70 milioni di dollari e distribuito in tutto il mondo riscontrò subito enorme successo di pubblico, grazie soprattutto ad un'intelligente quanto mirata campagna pubblicitaria, ma
del film, a breve distanza, rimane soltanto un ricordo sbiadito.