In alcuni casi, all’interno di un Crop Circles sono state notate strane polveri biancastre e altre sostanze minerali in concentrazioni fuori dalla norma.
Il primo a condurre delle analisi fu il professor William C. Levengood, scienziato di fama mondiale che, con rigore, cominciò a prelevare campioni all’interno e all’esterno dei Crop Circles con
il fine di analizzarli in laboratorio.
Dagli studi condotti sulle piante prelevate all’interno del Cerchio emersero tracce di Biossido di Silicio composte da milioni di microsfere perfettamente rotonde del diametro di circa 0,05 mm.
Questa conformazione sferica fa presupporre che un’ondata estrema di radiazioni le abbia prima fuse e poi raffreddate, in quanto, normalmente in natura, il Biossido di Silicio si presenta sotto
forma di cristalli. Inoltre, le analisi documentarono la presenza di altre sostanze, come ad esempio, un’alta concentrazione di Magnetite, dai 20 ai 250 milligrammi per grammo, ovvero, 600 volte
superiore ai valori presenti in atmosfera.
Questa alta concentrazione farebbe pensare ad una enorme calamita posta al centro del Crop che raggruppa la magnetite. La particolarità di questi strani sedimenti è che si trovano solo nell’area
circoscritta al cerchio e non in tutto il campo, lasciando quindi presupporre che il fenomeno sia legato al Cerchio nel Grano e non a qualche altro avvenimento; inoltre,. le stesse sostanze sono
state individuate in America, Inghilterra e Russia anche in cerchi realizzati in anni diversi. Saltuariamente sono stati trovati filamenti gelatinosi noti come “capelli d’angelo” di cui non si
conosce ancora oggi esattamente la composizione né l’origine.
❖ Insetti morti all'interno di un Cerchio nel Grano
Nel Luglio del 1998, la ricercatrice Olandese Janet Ossebaard analizzando un Crop Circles notò che al suo interno erano presenti numerose mosche morte: alcune, con il rostro saldamente attaccato
alle spighe, le ali e le zampe distese come se fossero morte in preda ad uno spasmo ed altre sembravano addirittura esplose.
Sempre all’interno del cerchio erano presenti anche delle mosche vive, che però, sembravano come stordite da un qualcosa che le rendeva incapaci di reagire e di volare.
Dinanzi a questo singolare rinvenimento, la ricercatrice pensò che la causa fosse di un qualche pesticida applicato sul raccolto, ma, con suo grande stupore, nel momento in cui perlustrò
l’esterno del Crop Circles, notò che sulle spighe non vi erano tracce di mosche o di insetti morti; il fenomeno quindi riguardava esclusivamente l’area interessata dal cerchio.
A quel punto, era evidente che qualsiasi cosa fosse accaduta alle mosche era avvenuta durante la realizzazione del cerchio, Janet Ossebaard prelevò delle mosche dalla formazione e le inviò a
Londra da un esperto del museo di storia naturale per un’analisi che potesse spiegare le cause della morte. I test convenzionali non riuscirono a dare spiegazioni plausibili al fenomeno,
smentendo cause quali funghi o avvelenamenti.
Nel corso degli anni, il fenomeno è stato studiato in diversi altri Cerchi o Pittogrammi, dove le mosche erano letteralmente esplose con testa, ali, zampe e parti interne del corpo sparse sulle
piantine come se fossero state esposte ad un forte calore.
Sembrava che gli insetti in questione si fossero trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato e fossero stati colpiti nell’istante della creazione del cerchio da onde simili a quelle di un microonde. Gli “scettici” fanno notare che i casi di insetti morti non sono una costante e che molto probabilmente sono dovuti alla Entomophthora muscae, un fungo che attacca le mosche. Se dalle analisi non si è mai rilevato questo fungo, probabilmente, ciò è dovuto al fatto che altri funghi (alternaria e cladosporium ad esempio) attaccano le mosche sostituendosi alla Entomophthora e cancellandone così le tracce.
Questo naturalmente potrebbe essere una spiegazione plausibile per la morte, ma, non chiarisce perché questa sia così selettiva da interessare solo le mosche nell’area del Pittogramma e non
quelle immediatamente fuori.
In tutto il mondo, oggi, la presenza di questi insetti morti nell’aerea interessata dal disegno rappresenta un ulteriore elemento distinguente le opere dei falsari dai veri cerchi nel
grano.
❖ I nodi e le alterazioni delle spighe all'interno di un Cerchio nel Grano
Addentrandosi in un vero cerchio nel grano, la cosa di cui ci si rende immediatamente conto è che gli steli delle piantine non sono spezzate ma piegate verso terra secondo un senso spiraliforme.
Questo significa che le piantine non sono state semplicemente schiacciate da qualcosa, ma, che sono state costrette ad assumere quella determinata posizione da una forza sconosciuta. Negli steli
avviene un’evidente alterazione all’altezza dei nodi inferiori, infatti, essi si presentano curvati con un visibile rigonfiamento ed allungamento.
Il primo a studiare questa anomalia fu William C. Levengood, un biofisico del Mitchigan, che, nel 1994, analizzando un Crop Circles, notò che le piantine di grano schiacciate a terra presenti
all’interno del cerchio avevano un anomalo allungamento dei nodi, cosa che non rilevò osservando le piantine rimaste in piedi all’esterno del cerchio.
Inoltre, le piantine all’interno del Cerchio analizzate da Levengood avevano una lunghezza dei nodi di circa 4 millimetri, vale a dire, il doppio della lunghezza che normalmente si riscontra in
natura. Stabilito che i nodi delle piantine esterne al cerchio rientravano nella norma, era evidente che l’anomalia si era manifestata solo all’interno dell’area interessata dal disegno a causa
della stessa forza che lo aveva creato.
Successivamente, analizzando numerosi cerchi, Levengood ipotizzò che la forza in questione potesse essere una fonte di calore simile alle microonde che aveva riscaldato il liquido cellulare
presente al suo interno. Secondo questa teoria, nelle piantine giovani il liquido riscaldato evapora, trovando una via di fuga nei nodi che si deformano.
Nelle piantagioni dove il grano è più maturo e le fibre più dure, il vapore fa esplodere il gambo formando un piccolo foro all’altezza dei nodi.
Lo stesso vapore, ammorbidendo la piantina, fa si che si adagi sul terreno senza che si spezzi, come spesso si vede nei cerchi falsi.
Nel caso dello scoppio del nodo, invece, l’analisi al microscopio evidenzia come le cellule intorno al foro hanno i canali ionici di forma trapezoidale invece che tondeggianti (cosa che si
verifica ad esempio nell’esplosione del chicco di mais quando diventa popcorn).
Levengood, nello studiare i cerchi, comprese che all’interno di un disegno, l’ingrossamento dei nodi non era costante, ma era più evidente al centro e si affievoliva alla periferia del cerchio,
cosa che fa pensare ad una forza che agisce perpendicolare dal centro e si espande agli estremi della costruzione.
In alternativa alla spiegazione di Levengood, c’è chi sostiene che le cause siano da ricercare in fattori naturali come ad esempio l’azione dei raggi solari.
Secondo alcuni “scettici”, una volta che le piante sono state schiacciate a terra, i raggi colpiscono in modo più diretto i nodi, facendone così aumentare le dimensioni.
Ma perché questo accada, bisogna che le piante rimangano al sole diversi giorni prima che si attivi tale processo naturale, che, comunque, porta ad un ingrossamento dei nodi al massimo del 20%,
mentre nei cerchi autentici si registra un aumento del 100% immediatamente dopo la comparsa del cerchio.
❖ Anomalie genetiche nelle spighe di Grano
Molti ritengono che le forze responsabili della creazione di un Crop Circles vadano ad alterare la vegetazione anche a livello molecolare e genetico.
Il biochimico Levengood fu il primo a condurre degli esperimenti, grazie a semplici test di laboratorio per valutare gli effetti che la creazione di un Crop Circles produceva sulle piantine.
Prelevò dei campioni di spighe all’interno e all’esterno di diversi Crop Circles, ne coltivò i semi e si accorse che le piantine provenienti dai campioni raccolti all’interno del cerchio avevano
un ritmo di crescita diverso dalle altre provenienti dall’esterno del cerchio: pur essendo state piantate nelle medesime condizioni, in alcuni casi, la crescita era più veloce, mentre in altri
più lenta. In natura questo fenomeno non dovrebbe accadere, perché, conoscendo il tipo di coltivazione, la temperatura, l’umidità e le condizioni di illuminazione, si può sapere con precisione il
ritmo di crescita delle piantine.
Quindi, con determinate condizioni, ogni alterazione di crescita superiore o inferiore al 10–20% è da considerarsi anormale. Il Dr. Levengood, dopo numerosi test, riuscì a capire la logica dell’anomala crescita dei semi provenienti da spighe schiacciate durante il loro processo di formazione:
In entrambi i casi, i semi raccolti non erano danneggiati e non presentavano alterazioni di forma, anche se qualcosa aveva alterato la loro crescita.
Gli scettici tendono a classificare il fenomeno come frutto di naturali irregolarità, tralasciando il fatto, che una crescita 5 volte superiore è un evento alquanto unico e non documentato in natura. Tuttavia, se così fosse, di sicuro sarebbe stato fonte di studi già da tempo, dato che tale accelerazione nella crescita rivoluzionerebbe l’agricoltura in tutto il mondo. La prova che la causa di queste anomalie genetiche sia invece collegata al cerchio nel grano e quindi alle forze che lo generano, deriva dal fatto che i semi provenienti dall’esterno del cerchio, una volta piantati, crescono con ritmi assolutamente nella norma.
Nel 1994 il Dr. Levengood pubblicò il suo articolo "Anomalie atomiche nelle piante dei cerchi nel grano" nella rivista Physiologia Plantarum. In questo studio formula un'ipotesi che spiega in maniera naturale le anomalie accertate: attraverso un "agente atmosferico che si sviluppa in maniera naturale e che presenta tutte le caratteristiche sopra viste, un vortice al plasma ionico". Il plasma si sviluppa nelle regioni alte dell’atmosfera, come risultato di uno scambio energetico tra ionosfera e temporali elettrici.
Il plasma elettricamente carico potrebbe formare dei vortici che vengono attratti dal campo magnetico della Terra. Lavengood è convinto che al suolo "producano una varietà di forme geometriche complesse…". Il plasma ionizzato genera radiazioni a microonde e le microonde provocano un intensa radiazione termica:
molte delle variazioni fisiche documentate nelle piante delle formazioni rientrano in questo quadro, anche gli effetti elettromagnetici.
Siamo quindi a un punto di svolta in uno dei tanti misteri ufologici?
Abbiamo scoperto la dinamica che si cela nella genesi dei Crop Circles?
Viste le molte voci che circolano, diciamo che la teoria di Levengood è possibile, ma ripeto sempre, che la strada verso la verità è ancora lunga.