L'incidente di Roswell è un evento avvenuto a Roswell (Nuovo Messico, Stati Uniti) nel Luglio del 1947, nel quale secondo i sostenitori dell'ufologia si sarebbe verificato lo schianto di un UFO. Il primo comunicato stampa pubblicato dalla base aerea di Roswell l'8 Luglio 1947 parlava infatti proprio di un "disco volante".
La dichiarazione ufficiale delle autorità statunitensi fu, un semplice pallone sonda.
La teoria della caduta di un manufatto alieno è divenuta popolare presso i media e tra gli ufologi, secondo i quali, tra il 2 Giugno e il 3 Luglio 1947 sarebbero accaduti dei fenomeni di carattere ufologico in questa città e nella vicina Corona (California), culminati il 2 Luglio con lo schianto nel deserto di un veicolo spaziale d'ipotetica provenienza extraterrestre.
❖ L'inizio degli avvenimenti
La vicenda ebbe inizio il 3 Luglio 1947 a Roswell, una isolata località del Nuovo Messico, quando il proprietario di un ranch, W. W. Mac Brazel, rinvenne dei resti metallici nella proprietà in
cui lavorava e per questo, contattò lo sceriffo di Roswell.
Per una decina di giorni Roswell divenne oggetto dell'attenzione dell'aeronautica statunitense e il deserto circostante alla città fu recintato e tenuto sotto sorveglianza; dopo giorni di
ricerche, l'aeronautica riferì che il misterioso oggetto caduto a Roswell era un pallone sonda che svolgeva rilevamenti sulla situazione meteorologica.
Il quotidiano Roswell Daily Record, l'8 Luglio 1947, annunciava in prima pagina la "cattura" di un "disco volante". L'avvenimento trovò spazio in altri giornali locali, per filtrare successivamente in quelli nazionali, dando inizio ad un vero e proprio fenomeno mediatico.
L'8 Luglio del medesimo anno, l'aeronautica annunciò alle radio e ai giornali, che il misterioso incidente era stato causato da un disco volante ove giunse anche l'FBI.
Dopo alcuni giorni di dibattiti, i soldati di Roswell mostrarono i rottami di un aerostato, che sarebbe stato impiegato per il programma di ricerca Mogul, un sistema di sorveglianza teso a controllare attività sovietiche in campo nucleare.
Durante il corso degli anni vi furono varie segnalazioni da parte degli abitanti di Roswell circa le attività dell'aeronautica e dell'FBI. Alcuni abitanti dissero che a volte il personale dell'aeronautica portava dei relitti e dei corpi non umani in camion dell'FBI.
Tutte queste illazioni furono smentite dal governo USA.
I coniugi Wilmot affermarono in seguito, che un mese prima dell'incidente avevano visto un oggetto lampeggiante lungo la strada per Roswell; la coppia riferì di essere scesa dalla macchina e di essere rimasta per circa un minuto ad osservare l'oggetto: questo aveva apparentemente una forma ovale ed emanava una luce intensa, andava molto veloce, ma non emetteva alcun rumore. Intorno al 3 Giugno, le radio locali dissero che nella fattoria dei Foster erano stati trovati dei dischi volanti: la notizia fu interrotta dall'FBI che in quel giorno interruppe tutti i programmi delle radio di Roswell e di Corona.
Per circa una settimana, Brazel fu accolto dall'aeronautica a dire tutto ciò che aveva visto nel ranch in cui lavorava; quando fu rilasciato, negò tutto ciò che aveva precedentemente affermato. I giornali che si dedicarono al caso Roswell furono molti: la maggior parte descrisse il caso dando credito all'ipotesi aliena, parlando quindi dello schianto di un UFO, alcuni parlarono invece di un'operazione di copertura (cover-up).
Era la nascita di una popolare teoria del complotto UFO sopravvissuta fino ai giorni nostri.
Secondo gli ufologi, il 30 Giugno dello stesso anno F. Kaufmann, sottufficiale di un poligono dell'aeronautica, venne inviato insieme ad una squadriglia in un torrente, dove avrebbero ritrovato
un'astronave a forma triangolare, con delle incisioni su scritte; a poca distanza dall'astronave, la squadriglia avrebbe rinvenuto 5 corpi extraterrestri e, sul posto, sarebbero stati chiamati
dei medici per eseguire delle autopsie.
L'FBI nel Luglio del 1947 avrebbe inviato un telegramma a J. Edgar Hoover, allora direttore del Federal Bureau, in cui si indicava il ritrovamento di un oggetto di matrice extraterrestre e dei suoi componenti.
❖ Le prime smentite
La versione del ritrovamento di un disco volante fu subito negata dagli alti gradi dell'esercito.
In particolare dal Generale Roger M. Ramey, che dichiarò ufficialmente che quei rottami appartenevano al pallone di alta quota Rawin sonda usato per le ricerche meteorologiche.
Il maggiore Jesse Marcel venne fotografato con dei rottami di un vero pallone in mano.
In seguito alla smentita ufficiale del governo, le persone del luogo che si erano dichiarate testimoni dei fatti, smisero di parlarne. L'esercito, concorde con il governo, sostenne che si trattava di semplici illazioni e le autorità civili si adeguarono a questa versione dei fatti.
❖ I testimoni
Il primo testimone dell'ipotetico schianto fu un contadino di Corona, un certo Mac Brazel.
L'uomo affermò di avere sentito una forte esplosione proveniente dal suo ranch e che il giorno dopo, uscito di casa, notò dei frammenti a lui estranei in tutto il suo ranch e nell'area circostante, l'uomo ne portò la maggior parte allo sceriffo di Roswell, George Wilcox.
Lo sceriffo a sua volta li giudicò molto strani e li portò a far analizzare alla base militare di Roswell. Qui, il maggiore Jesse Marcel e la équipe li giudicarono
non appartenenti ad un missile o ad un aerostato, ma forse appartenenti ad un'astronave.
La notizia della caduta di un UFO fu subito smentita dalla stampa, alla quale gli alti gradi militari comunicarono che ricerche più approfondite diedero alla luce i
resti di un pallone sonda. L' allora tenente Walter Haut, che aveva l'incarico di curare le pubbliche relazioni della base militare di Roswell che fu responsabile del famoso comunicato stampa del
08/07/1947, lasciò una sua dichiarazione firmata e sigillata da aprirsi solo dopo la sua morte (avvenuta il 15 Dicembre 2005). In essa egli dichiara in sostanza che la prima versione pubblicata
nel comunicato stampa in questione era esattamente veritiera circa i fatti:
"sono convinto che quello che osservai personalmente, era un tipo di aereo e il suo equipaggio provenienti da un altro mondo".
❖ Teorie del complotto e ufologia
Secondo i sostenitori della teoria della caduta di un'astronave, i militari ritrovarono il corpo centrale del disco volante e, ad alcuni km di distanza, trovarono i corpi degli extraterrestri che
sarebbero stati alla guida dell'UFO. Il tutto fu portato alla base militare di Wright Patterson e dopo alcuni anni di ricerche e studi, l'UFO e i resti degli extraterrestri sarebbero stati
trasferiti all'interno della cosiddetta Area 51, una base militare statunitense che per questo motivo da allora gode a livello popolare di una
certa notorietà.
Dopo il caso Roswell, gli USA cominciarono a smentire duramente i casi UFO.
Questo fatto è stato interpretato dai sostenitori dell'ufologia e delle teorie del complotto come l'inizio di una "congiura del silenzio", che sarebbe il tentativo dei Governi di voler segretare la verità sui contatti con gli alieni.
❖ Filmato Santilli dell'autopsia di un alieno
Nel 1991, un produttore londinese, tale Ray Santilli, affermò di essere entrato in possesso di alcune bobine di pellicola cinematografica che ritraevano uno degli alieni precipitati a Roswell nel 1947. Il produttore dichiarò che, mentre cercava dei video musicali del famoso cantante Elvis Presley, un ex cineoperatore statunitense, Jack Barnett (pseudonimo), gli aveva venduto delle pellicole che mostravano l'autopsia da parte di 2 medici ad un ipotetico extraterrestre, quello, che secondo gli ufologi, corrisponde alla descrizione di un Grigio medio. Le riprese in bianco e nero e senza sonoro presentano vari tagli.
Nel 1994 il filmato arriva in Italia, mandato in onda dal programma televisivo RAI Misteri, condotto da Lorenza Foschini (sotto il video).
Le sequenze fecero molto scalpore ma, a seguito di numerosi studi condotti sui fotogrammi e sulla location del presunto laboratorio, gli esperti hanno classificato il filmato come assolutamente falso. Telefoni, prese elettriche ed altri dettagli che vengono inquadrati nelle riprese, risultano infatti anacronistici rispetto al 1947, anno del presunto schianto dell'UFO.
Il sito Open Minds è riuscito ad ottenere un'intervista esclusiva con Christine Tulk (in alto), la nipote dello sceriffo George Wilcox, che fu uno dei primi testimoni a vedere i rottami dell'UFO crash di Roswell. George Wilcox all'epoca era lo sceriffo della contea di Chaves con l'ufficio nella città di Corona, che è vicina al ranch Foster, ossia, il luogo in cui sono stati trovati i rottami. Mac Brazel, un uomo che lavorava presso il ranch trovò dei rottami e li portò a Corona per mostrarli allo sceriffo. Wilcox successivamente contattò il Roswell Army Air Field (RAAF) i quali invitarono un ufficiale dei servizi segreti, ovvero, il maggiore Jesse Marcel, insieme al Capitano Sheridan Cavitt con il Counter Intelligence Corps (CIC).
Christine disse di non aver mai conosciuto suo nonno perché morì 2 anni prima che lei nascesse. Inoltre, inizialmente, non aveva dell'interesse per il caso Roswell e nemmeno ne sapeva molto. Le cose cambiarono quando lei partecipò ad un evento promosso dal principe del Liechtenstein, Hans Adam. Egli nutriva interesse per l'Ufologia e aveva sponsorizzato la ricerca sugli UFO, tra cui, una conferenza il cui obiettivo era quello di radunare i migliori testimoni di Roswell. La madre di Christine e la zia di sua madre furono invitate a partecipare a questo evento e anche Christine volle andare.
Fu a quella conferenza che le si aprirono gli occhi sugli incredibili eventi che accaddero nel 1947. Ella disse, che quell'evento fu per lei molto commovente, incontrare altri testimoni e sentire quello che avevano da dire. La sua famiglia era il "sale della Terra" (disse, modo di dire che intende gente buona e semplice, ndr) perché i suoi familiari furono minacciati dal governo per mantenere il silenzio sugli eventi di Roswell. E aggiunse:
"E una cosa triste, perché tu prendi degli individui e li metti in una situazione in cui hanno paura."
Christine era convinta del fatto, che questi eventi ebbero un grande impatto negativo su suo nonno, "tutta la mia famiglia era convinta del fatto, che queste cose lo affliggessero e che non riusciva ad accettarle in alcun modo".
Christine che vive nella zona di Phoenix assistette ad un avvistamento UFO molto simile alle famose "Luci di Phoenix" del 1997: era il 2007 e vide una fila di 5 sfere perfettamente allineate, a differenza della 5ª, che girò attorno alle altre sfere.
Dopo questo suo avvistamento e l'apprendimento del calvario vissuto dalla famiglia, ora è fortemente convinta che gli UFO esistono e che sono là fuori.
"Cadde un’astronave e i corpi furono recuperati"
L’ex membro della CIA e ora consulente Vip fa outing.
Ma dove sono le prove?
Nel settore più nevralgico della storia ufologica, quello degli incidenti UFO, ovvero, casi riguardanti scafi alieni precipitati al suolo e recuperati ovunque nel mondo, ma soprattutto negli Stati Uniti. Le poche conferme che parrebbero degne di considerazione, provengono da fonti militari e di intelligence. Ammesso non sia abile disinformazione, quella giunta il 23 Giugno da Chase Brandon, veterano con 35 anni di servizio, 25 dei quali trascorsi nelle unità speciali dei Servizi Segreti della CIA, sembra di grande rilevanza.
Brandon ha dichiarato:
"Non ho alcun dubbio... so con certezza che un’astronave extraterrestre si schiantò a Roswell e che l’esercito ne raccolse i resti. Non solo i rottami, ma anche i cadaveri e che tutto questo fu momentaneamente reso pubblico.
Questo per me è assodato al 100%.
Lo affermo con tutto me stesso: a Roswell cadde un’astronave e i corpi furono recuperati".
La categorica ammissione arrivò durante il popolare programma radiofonico "Coast to Coast" a cui Brandon prese parte per parlare del suo libro "The Cryptos Conundrum, un romanzo basato sull’affascinante aneddotica degli UFO e degli Extraterrestri e, in particolare, sull’incidente di Roswell avvenuto in New Mexico nel 1947.
Un romanzo, pura e semplice fiction, dunque.
Non proprio, perché la formula del mettere su carta informazioni in chiave non strettamente saggistica da diverso tempo è usata per superare certi limiti imposti dall’alto coefficiente di segretezza riguardante tutta la storia del fenomeno UFO.
Un esempio eclatante fu il best seller "Out There" di Howard Blum (Pocket Books, 1990), giornalista del New York Times che in una spy story basata su fatti reali coinvolgenti 17 membri dell’intelligence statunitense, portò alla luce l’esistenza di strutture militari alle prese con il top secret sugli UFO. Naturalmente, si tratta di contenuti da soppesare, come tutto ciò che arriva da un mondo dal quale, una volta entrati, non si esce più, neppure da cadaveri.
È la regola nell’intelligence. Ciò, vale nel caso di Brandon, 007 super esperto di Hollywood, degli ambienti altolocati della comunicazione e di tutto ciò che fa spettacolo.
È stato consulente tecnico per il cinema in pellicole quali: "The Bourne Identity, Mission Impossible, Bad Company, Nemico Pubblico e La Regola del Sospetto e per varie serie televisive, come Alias e 24".
È stato intervistato in programmi documentaristici trasmessi da Discovery, Learning Channel, History Channel, PBS, A&E, e dai tabloid televisivi E-Entertainment, Access Hollywood ed Entertainment Tonight.
Tutto questa sua attività si è dipanata alla luce del sole.
Monitorare un impero placcato d'oro su un'anima di cartapesta per Brandon è stato agevole, un gioco da ragazzi e ufficiale per molti anni. Un VIP insomma.
Di lui però, ben poco si sa in termini di missioni "undercover" come agente infiltrato.
Su alcune, aleggiano sospetti di operazioni mirate a eliminare individui scomodi (forse testimoni di avvistamenti e/o contatti, ufologi etc.?)
Poca fiction in allegria stile "Hollywood Party" di Blake Edwards con un mirabolante Peter Sellers e molta materia oscura, come nella serie "Bourne con Matt Damon, che Brandon ha peraltro definito "spazzatura".
Una stroncatura, la sua, che a avviso di chi scrive, appare pilotata, considerando che i 3 episodi della trasposizione cinematografica ispirata da Robert Ludlum possono essere interpretati casomai come sin troppo vicini alla realtà.
D’altra parte, il sospetto di legami ancora attivi di Brandon con l’Agenzia è legittimo.
Sarebbe il suo, quindi un altro "outing" orchestrato e ben oliato.
Come lui stesso ha ammesso in un'intervista al sito di entertainment UGO.com:
"sono stato un funzionario dell'Agenzia per 30 anni, 25 dei quali vissuti sotto copertura...
Non è un lavoro o una carriera. È uno stile di vita, una vita basata sull’inganno.
Il tuo compito è procurare informazioni e trovare persone che siano disposte a lavorare per te. Non sei un agente, ma un dirigente che reperisce agenti in grado di fornire informazioni."
Una mente pensante dietro una rete di spie. Per questo le sue dichiarazioni suscitano un mix di perplessità e consigliano prudenza nel valutarle.
Per corroborarle, Brandon si è riferito a una sua visita agli immensi archivi della Historical Intelligence Collection della CIA (HIC) a Langley, Virginia, un sancta sanctorum che custodisce oltre 23.000 volumi di storia mondiale dei servizi segreti, al quale Brandon dichiara di aver avuto momentaneo accesso.
Raggiunta una stanza laterale, dove erano archiviate molte scatole piene di fascicoli, mosso presumibilmente non da semplice curiosità e potendo disporre di pochissimi minuti, Brandon riuscì a scovarne una che recava la dicitura "Roswell" e la aprì.
Al suo interno "c'era diverso materiale, documenti e altri elementi" dichiarò Brandon a Coast To Coast, senza specificare la natura di ciò che aveva visto (ovvio).
Dire e non approfondire, lasciando sgomenti gli inquirenti UFO è lo sport preferito dei servizi segreti. Possiamo immaginare un Chase Brandon che allude a fotografie di corpi alieni e di un disco volante semi conficcato nel suolo desertico di Roswell e finì anche in rapporti autoptici destinati all’attenzione di vertici militari dell’epoca.
Ciò che ogni ufologo o appassionato della materia vorrebbe vedere con i propri occhi.
Però prove vere su Roswell, Brandon non le ha date.
Impossibile, in definitiva, conferire credibilità alle sue asserzioni.
Di quest’uomo, dal bel volto da attore hollywoodiano è noto il curriculum professionale, che, include missioni in nazioni straniere tese alla lotta al terrorismo internazionale, operazioni contro-insurrezionali, lotta al traffico globale di stupefacenti e al contrabbando di armi.
È stato analista CIA e consulente nello staff presidenziale per gli affari di politica estera, ha operato con servizi segreti di forze militari e della sicurezza straniera, istruttore di tattiche paramilitari e di spionaggio nei campi di addestramento segreti dell’Intelligence.
Incredibilmente, il signor Chase Brandon ha anche un profilo Facebook.
Mi è sembrato logico e opportuno il tentativo espresso in questo messaggio inoltrato 2 giorni fa:
"Buon Giorno signore, mi chiamo M.B. Sono un giornalista investigativo Italiano.
Ho lavorato negli Stati Uniti per molti anni, sempre nel settore dell’Ufologia.
Ho avuto l’onore di conoscere personalmente il colonnello Philip J. Corso, il colonnello Wendelle Stevens e il Sergente Maggiore Robert Dean.
In Italia ho pubblicato il libro di Corso "The Day After Roswell" e il suo diario (mai divulgato negli USA) "Dawn of of New Age". So abbastanza su Roswell per essere convinto della sua realtà. Ciò nonostante, le sue dichiarazioni durante il programma Coast to Coast del 23 Giugno mi hanno molto colpito. Per questo vorrei esprimerle la mia gratitudine e sincera ammirazione.
Sto scrivendo un articolo su di lei per il quotidiano Italiano online L’Indro e gradirei ricevere una sua conferma a proposito dei contenuti dell’intervista da lei rilasciata a C2C.
L’articolo sarà pubblicato giovedì prossimo.
Ringraziandola nuovamente per l’attenzione che vorrà prestarmi, signore. M.B."
Si sa, i giornalisti investigativi spesso sono degli idealisti e peccano di ingenuità.
Tentar non nuoce, ma pretendere una risposta sollecita in questo caso sembra effettivamente fuori luogo.
Negli anni '90 l’'ex ministro della Difesa canadese, Paul Hellyer, ha dichiarato in una intervista al quotidiano canadese "Citizen" di
aver chiesto a Ottawa, Washington e agli altri governi occidentali di rendere pubbliche le tecnologie extraterrestri, ottenute e studiate dagli americani dopo il presunto schianto del 1947 a
Roswell, nel New Mexico, di un UFO.
Nel Novembre del 2007 il candidato democratico alla presidenza e governatore del New Mexico, Bill Richardson, ha infine dichiarato pubblicamente: "il governo USA deve svelare i segreti di
Roswell, dire tutto ciò che sa", riferendosi al luogo del New Mexico dove nel Luglio del 1947 cadde quella che ancora oggi molti considerano la prima nave extraterrestre di cui gli USA si
sono impossessati.
❖ Il fenomeno UFO e il cover-up dei governi
La storia dell’umanità è segnata da sempre da eventi che sembrano essere collegati alla manifestazione degli UFO e degli alieni. Eventi che sono comunque sempre accompagnati da una sorta di
censura che porta a non rivelare mai nulla di certo e di definitivo.
Sembrerebbe facile appellarsi alle solite "teorie del complotto" che tanto animano la cultura americana, ma di fronte a precisi fatti, non si può fare a meno di pensare a ogni genere di
dietrologia. Non sappiamo che cosa stia accadendo effettivamente intorno a noi.
Sembra che esista una vera e propria "cover-up", una censura sugli eventi che lascia filtrare solamente le cose che le autorità dei vari Stati, in primis quelle degli USA, vogliono che si sappiano. Non mancano addirittura casi di depistaggio persino da parte di ufologi del caso, che portano a far credere nell’inconsistenza del fenomeno UFO.
Le prime censure sul fenomeno UFO iniziano negli anni ’40 da parte degli USA e dell'Inghilterra. Era accaduto, che sul finire della seconda guerra mondiale, alcuni piloti della RAF di ritorno da varie missioni (una, in particolare, sulle coste meridionali del Regno Unito) si erano imbattuti in un "oggetto metallico", che dopo aver volteggiato attorno alle squadriglie si era dileguato, successivamente, i piloti fecero rapporto a Winston Churchill, Primo Ministro del Regno Unito del tempo. Il Ministro aveva avuto già in precedenza a che fare con gli UFO. Infatti, dopo un avvistamento del 1919 era stato incaricato dal Parlamento inglese di indagare assieme ai servizi segreti.
Questa volta rimase talmente impressionato dalle testimonianze che convocò Dwight Eisenhower, allora comandante delle forze alleate in Europa, per chiedere se anche gli americani avessero avuto
questo tipo di esperienze e concludendo, che era il caso di tenere segreto questo genere di circostanze per non inquietare l’opinione pubblica.
Churchill, secondo le testimonianze dell'epoca, "ordinò espressamente ai suoi collaboratori di classificare immediatamente l’evento riportato dai piloti della RAF come segreto e tenerlo tale
per almeno 50 anni per non provocare panico nella popolazione, per non creare problemi di fede religiosa e per far non perdere la fiducia della gente nella Chiesa".
Del resto, già Thomas Paine, uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America che asserì:
"sono convinto che esiste vita intelligente su altri pianeti, vita che renderebbe vano il presunto sacrificio di Gesù sulla
Terra".
❖ Il caso Roswell e l’inizio della Cover-up degli USA
L’8 Luglio 1947 venne data notizia del ritrovamento di un oggetto volante di forma discoide che era precipitato al suolo nel deserto del New Mexico vicino alla cittadina di Roswell, negli USA. Ne
diede per primo la segnalazione un agricoltore della zona, Bill Brazel, che a cavallo stava facendo un giro di perlustrazione della sua proprietà.
A seguito delle sue dichiarazioni, i giornali locali parlarono della caduta di un disco volante e di corpi di umanoidi alieni raccolti e portati via dai militari USA.
Secondo la narrazione dei numerosi testimoni, i corpi degli alieni erano stati recuperati vicino a Magdalena, nella zona delle Plains of San Agustin, a ovest di Socorro, a circa 150 miglia dal ranch di Brazel vicino Corona.
Uno dei testimoni fu Grady L. Barnett, un ingegnere civile del US Soil Conservation Service.
Egli affermò che l’oggetto che aveva di fronte era di forma circolare con un diametro di circa 25 o 30 piedi, circa 10 metri e che vicino c’erano dei corpi apparentemente senza vita.
La sua testimonianza riportava:
"Essi sembravano umani ma non erano umani, le teste erano rotonde, gli occhi erano piccoli e non avevano capelli. Gli occhi erano stranamente distanziati.
Erano abbastanza piccoli per i nostri standard e le loro teste erano molto più grandi in proporzione ai loro corpi a differenza della struttura umana.
I loro abiti sembravano essere delle tute ed erano di color grigio.
Non si vedevano bottoni, cinture o chiusure lampo".
Secondo le testimonianze riportate dai quotidiani della zona, i resti del velivolo alieno vennero prelevati dai militari e custoditi in un Hangar della Roswell Army Air Field.
Il sergente Melvin E. Brown di stanza alla base, dichiarò di essere stato di guardia ai resti e di aver visto alcuni corpi alieni. Fatto che è stato ribadito dalla testimonianza di Beverley Bean, una delle sue figlie che ha confermato che il padre le aveva detto che gli alieni assomigliavano a degli asiatici, ma con la testa grossa e senza capelli.
In seguito il sergente fu assunto dai servizi segreti USA e non rilasciò altre dichiarazioni.
Ulteriori testimonianze raccolte nel 1989 da Bob Oechsler, uno specialista delle missioni NASA, presso la figlia di un impiegato civile che si era trovato impegnato nel lavoro di recupero
dell’UFO in New Mexico, aggiungono, che 2 dei 4 alieni erano ancora in vita:
"c’era un mucchio di gente intorno, inclusi giornalisti e fotografi con militari che correvano in giro per impedire che facessero foto. C'erano 4 alieni, 2 deceduti e 2 vivi.
1 dei 2 camminava in maniera incerta e sembrava avere delle ferite interne.
L’altro era apparentemente incolume. C’era un autobus, molti camion e un bulldozer.
Sull’autobus vennero messi i 2 alieni morti, poi ci salirono i 2 ancora vivi.
Fu ordinato di dipingere i finestrini del bus con la vernice nera.
Uno dei 2 alieni deceduti sembrava essere morto a seguito dell'attacco di un puma".
Alcuni ricercatori statunitensi affermano che anche un documento confidenziale, rivolto al neo presidente del tempo, Dwight Eisenhower, rivelava, che nell’incidente di Corona furono ritrovati 4
corpi alieni a circa 2 miglia a est dal luogo dove si trovavano i rottami del velivolo caduto, aggiungendo che essi erano deceduti e in cattivo stato a causa dei predatori e degli elementi
naturali di cui erano rimasti in balia per un periodo di tempo di almeno una settimana prima del loro ritrovamento.
Nonostante i tentativi di censura operati dai militari USA, la tesi della caduta di una astronave aliena nel deserto del New Mexico è stata supportata anni dopo, nel Maggio del 2004, attraverso
la decifrazione di un telegramma che ha riacutizzato il caso Roswell e l'ipotesi dell'esistenza di un "complotto" sul fenomeno UFO.
In una vecchia fotografia, scattata dal reporter J. Bond Johnson all'epoca dei fatti di Roswell, che vede il generale Roger M. Ramey mentre esamina alcuni detriti raccolti sul sito dell’incidente
di Roswell. In una mano tiene la copia di un telegramma che aveva inviato al Pentagono. Proprio questa fotografia è stata esaminata con moderne tecniche di lettura al computer e sottoposta a una
serie di ingrandimenti che hanno permesso di rendere leggibile in parte il testo del telegramma. Tra le parole che è possibile distinguere vi sono: "vittime del relitto", "disco", "trasferire
rottami e vittime alla base di Fort Worth in Texas".
❖ Le Commissioni del Senato americano e l'ipoteca della NASA
A fronte della richiesta di chiarimenti sul fenomeno UFO da parte del grande pubblico, nel 1957 il Senato americano costituì la "Commissione di inchiesta McClellan" di cui facevano parte nomi poi
divenuti famosi come quelli di Lyndon B. Johnson e Barry Goldwater.
I risultati dei lavori furono tenuti gelosamente segreti.
Nel 1969 su iniziativa del Senato americano venne aperta un’altra inchiesta, la "Commissione Condon" che aveva lo scopo di
sviluppare una indagine definitiva sul fenomeno UFO.
Il Rapporto presentato dalla Commissione Condon concluse che gli UFO non esistevano e che non valeva la pena di continuare a fare ricerca per studiarli.
Inoltre, diffidava chiunque dal portare avanti una ricerca sugli UFO in tutto il mondo occidentale, inibendo la libera iniziativa dei privati negli USA e delegandola comunque ai soli organi governativi americani. Il 29 Luglio del 1958 il Senato degli Stati Uniti promulgò la Legge nazionale per l'aeronautica e lo spazio.
Essa imponeva come atto vincolante della stessa legge una serie di studi da farsi ad ampio raggio per verificare i vantaggi e gli ostacoli che potessero essere connessi con le attività spaziali.
In conformità con quanto richiesto da questa legge, l'ente spaziale americano, la NASA, che nasceva in quei giorni, fondò uno specifico Comitato di studio e affidò ad un ente pubblico, la
Brooking Institution, il compito di sviluppare adeguatamente l'argomento.
A questi studi, parteciparono circa 200 esperti dei vari settori, industriali e culturali, tra cui, possiamo ricordare: Donald N. Michael, un sociologo che poi divenne direttore generale
dell'Istituto per le ricerche di pace a Washinghton, Caryl P. Haskins, presidente della Carnegie Institution di Washington, James R.Killian, presidente del prestigioso MIT, Oscar Schachter della
Divisione legale generale dell'ONU, Margaret Mead, antropologa.
Il rapporto finale, presentato al Congresso USA, risultava alquanto inconsueto e sconcertante, ma spiegava, a tanti anni di distanza, l'atteggiamento cautelativo e censore dei governi di molti
Paesi nei confronti dell'ipotesi esobiologica.
Il rapporto consegnato nel 1960 all’Ente spaziale americano suggeriva esplicitamente alla NASA e al governo americano di "studiare la maniera migliore per annunciare al pubblico un eventuale
contatto con civiltà extraterrestri, oppure, di trovare la maniera migliore per nascondere l'evento nel caso avesse ritenuto più opportuno farlo".
Il rapporto concludeva anche con l'osservazione che l'incontro tra umanità e civiltà aliene avrebbe dato luogo "a un effetto sulle relazioni internazionali di proporzioni rivoluzionarie; perché la scoperta di esseri alieni avrebbe potuto condurre a una maggiore unità degli uomini sulla Terra, basata sull'unicità della specie umana o sull'arcaico presupposto che ogni estraneo costituisce di per sé una minaccia".
Nel sito dell’UFO crash di Roswell è stata posta, su un masso, una lapide memoriale che cita:
“Non sappiamo chi erano. Non sappiamo perché sono venuti.
Sappiamo solamente che hanno cambiato la nostra visione dell'Universo.
Questo luogo sacro e universale è stato dedicato nel Luglio 1997 agli esseri che hanno incontrato i loro destini vicino a Roswell in New Mexico nel Luglio 1947".
❖ L’apertura degli archivi militari
Tuttavia, a parte la perseveranza degli Stati Uniti nel continuare sul percorso del cover-up, altri Paesi hanno iniziato ad aprire al pubblico i loro archivi segreti sul fenomeno UFO.
Il 22 dicembre 2005 la Pravda dà la notizia che gli Archivi segreti del KGB sono finalmente resi pubblici. Gli agenti del servizio speciale del KGB del "Blue Folder" (ricorda il Blue Book americano degli anni ‘50) raccoglievano testimonianze
su avvistamenti UFO in URSS.
L’archivio contiene numerose descrizioni di oggetti volanti non identificati osservati nel cielo dai più disparati testimoni e alcuni rapporti di tentativi fatti dall’esercito sovietico per
abbatterli e per catturare gli alieni una volta a terra.
Nel rapporto del KGB si parla, tra le varie testimonianze, di un oggetto a forma di disco del diametro di 1.000 metri immobile nel cielo e di sfere che volavano sugli aeroporti militari sfuggendo
all’inseguimento dei caccia.
La Pravda ha anche rivelato che nel 1978 il Ministero sovietico della Difesa approvò il programma del ReteMO, centro per lo studio degli UFO.
Speciali unità militari nella città di Mytishi furono incaricate di raccogliere dati sugli UFO e di recente, diedero ordine che fossero costituite "truppe spaziali" per combattere contro una possibile minaccia dallo spazio.
A seguito della decisione del governo russo, il 23/03/2007 il governo francese autorizzò a rendere pubblico l’archivio tenuto segreto sull’attività degli UFO sul territorio francese da parte del Progetto Geipan (Groupement pour l'Etude et l'information sur les phénomènes aérospatiaux non identifiés) che aveva iniziato ad operare dal 1977.
L’archivio è stato reso pubblico sul web ed è consultabile da chiunque.
La quantità del materiale raccolto dal Progetto Geipan è davvero enorme.
Tra i casi menzionati c’è ad esempio la testimonianza di alcuni piloti militari "inseguiti" per una ventina di secondi da un oggetto sconosciuto e non rilevato dai radar di terra.
Ci sono anche i casi di "luci" che hanno "seguito" alcune automobili per chilometri e chilometri, obbligando i testimoni a una fuga precipitosa per la paura, finché la luce non è scomparsa nel nulla. E ancora: "globi luminosi" che secondo i dati rilasciati da vari testimoni avrebbero attraversato l'intera Francia e altri che si sarebbero posati fin quasi sul terreno.
Per ultimo, il caso degli archivi del governo inglese.
Il 10 maggio 2008 il Ministero della Difesa della Gran Bretagna ha ammesso l'esistenza di una sezione segreta denominata "DI55" addetta a indagare sul fenomeno degli UFO.
Le informazioni altamente segrete sono divenute accessibili a causa di un errore di cancelleria risalente al 1983, in seguito al quale i riferimenti all'attività della sezione "DI55" non furono cancellati dai file segreti che contengono tuttora informazioni ottenute da migliaia di testimoni oculari. Gli archivi del DI55 sono accessibili sul web.
http://ufos.nationalarchives.gov.uk (sempre che non venga oscurato nuovamente).
Gli archivi segreti riportano le segnalazioni di avvistamenti di oggetti volanti non identificati e presunti incontri con gli alieni avvenuti tra il 1978 e il 1987.
Nei documenti si trovano 11.000 rapporti di avvistamenti di UFO e di incontri con alieni effettuati dal 1950 al 2008, sia da civili che da militari.
Gli archivi sono il primo passo di un programma di diffusione in quattro anni di tutti i file sugli UFO dal 1978 a oggi. Possiamo concludere questa carrellata con l’interrogazione presentata il 20 dicembre 2012 dai deputati dell’IdV (Italia dei Valori) Giuseppe Vatinno e Francesco Barbato ai ministri della Difesa e degli Esteri, Giampaolo Di Paola e Giulio Terzi, chiedendo se l’Italia studia gli alieni o se intende farlo e come.
I 2 parlamentari hanno chiesto nella loro interrogazione:
"se i Ministri interrogati sono informati dei fatti esposti in premessa, che ad avviso degli interroganti meritano un approfondimento e se dispongano di notizie in merito, nonché, se il Governo intenda reperire elementi anche sul piano internazionale sull’argomento esposto, come ad esempio l’esistenza dell’Area 51. Se l’Italia disponga e dove di eventuali strutture delle Forze armate o di altri Corpi dello Stato dediti allo studio del fenomeno ufologico, se siano stati prodotti documenti e/o relazioni riservati/e in ambito nazionale o Nato e se infine, in Italia si possa prevedere la creazione di una struttura dedicata munita dei requisiti di trasparenza pubblica".
Un documento dell’FBI riporta alla ribalta il caso dell’UFO crash di Roswell.
Gli USA e la NASA possiedono tecnologia aliena?
L’incontro ravvicinato di Ronald Reagan con un alieno.
La dichiarazione contro la cover-up di Dimitri Medvedev.
La proposta del Forum di Davos di/per realizzare una interforza terrestre contro gli alieni che minacciano lo status quo. Il caso dell’Ufficio degli Affari Spaziali dell’ONU.
Le aperture mondiali sugli UFO e il silenzio inspiegabile degli USA.
Nel nostro tempo il fenomeno UFO è divenuto ormai un "affaire" incontenibile sul piano politico e di massa. L’opinione pubblica pretende sempre più di poter conoscere la verità sull’origine della sua manifestazione, tanto che molti governi sono stati costretti a dare accesso ai loro archivi segreti. Tuttavia, sebbene nazioni come l’Inghilterra, la Russia e la Francia abbiano aperto i loro archivi sui documenti relativi ad avvistamenti UFO e sul contatto con creature aliene, gli USA continuano a tacere inspiegabilmente sul fenomeno nonostante molti cronisti e ricercatori americani affermino che esistono archivi segreti della NASA e dell’Air Force contenenti moltissima documentazione sull’attività di civiltà extraterrestri sulla Terra. C’è anche chi ricorda, come i filmati custoditi dalla NASA riguardanti lo sbarco sulla Luna, durante il quale l’astronauta Armstrong dichiarò che c’erano astronavi aliene ad accoglierli siano andati inspiegabilmente perduti. (guarda caso)
Il "cover-up", ovvero, la censura sul fenomeno UFO parte da lontano.
Persino Albert Einstein sottolineava, a suo tempo e con un certo disappunto questo silenzio asserendo:
"I dischi volanti? Eppure la gente ha indiscutibilmente visto qualche cosa".
E in seguito, non mancarono dichiarazioni che sottolineavano il problema della mancata informazione sul fenomeno UFO. U. Thant, terzo Segretario Generale delle Nazioni Unite, rilasciò nel 1967 una dichiarazione al "New York Post" in cui affermava che:
"il problema più importante, che deve essere affrontato dalle Nazioni Unite dopo la guerra del Vietnam è il fenomeno UFO".
Tuttavia, qualcosa doveva essere intervenuto a zittirlo poiché, nel 1970 a Ottawa in Canada, alle rinnovate domande sul fenomeno UFO rispose:
"Ci sono cose sulle quali mi è stato proibito di parlare".
Ma il silenzio più assordante è relativo al caso dell'incidente di Roswell, sul quale, gli USA mantengono il più ampio riserbo. Il che, potrebbe essere anche comprensibile, poiché a seguito dell’UFO crash nel deserto del New Mexico, il governo americano probabilmente ha potuto ricavare conoscenze tecnologiche avanzate ed entrare in contatto con gli alieni venuti in soccorso dei loro compagni. Sicuramente, gli USA, come ha affermato il fisico Bob Lazar negli anni '80, collaboratore di Edward Teller l'inventore della bomba H, hanno fatto tesoro dei metodi propulsivi della nave aliena e degli armamenti di bordo.
Fatto, che li avrebbe resi fortemente competitivi verso le altre nazioni del pianeta.
Se una cosa del genere fosse stata risaputa dalle varie nazioni della Terra, gli USA avrebbero corso un rischio politico e militare senza precedenti.
La politica non è certamente incline agli sconti. Se gli USA avessero rivelato apertamente di possedere mezzi propulsivi innovativi assieme ad armi di distruzione senza paragone, sarebbe bastato un solo attimo perché le nazioni si coalizzassero tra di loro per assalire militarmente gli USA al fine di evitare una loro inevitabile dominazione militare futura.
Ovvio, che da parte degli USA, sia meglio far credere che il caso Roswell e tutti gli altri casi di avvistamenti e di contatti con gli alieni siano sempre e solo temi di burla a cui solo gli sprovveduti possono credere. Una campagna del resto sempre sostenuta dai soliti scettici di turno. Secondo l'ipotesi che, proprio per evitare questo pericolo e mantenere comunque il predominio della tecnologia importata dall'incidente di Roswell, gli USA potrebbero aver informato dell'accaduto le varie nazioni "amiche", concedendo qualche anticipazione e condotto con loro la politica del cover up, ovvero, del silenzio e del discredito mediatico sul fenomeno UFO. In proposito, l’underground culturale americano cita spesso il caso del "Majestic Twelve", o MJ-12 e, la teoria del complotto nata dopo l’UFO crash di Roswell alle spalle della CIA e dell’FBI. Del resto J. Edgar Hoover, all’epoca capo dell’FBI, ne diede una implicita testimonianza, asserendo, che i militari gli impedivano di poter esaminare il relitto alieno di Roswell. Doveva esistere una organizzazione governativa, il MJ-12 appunto, che si poneva a un livello superiore dell’FBI e della consorella CIA.
Secondo gli ambienti americani, l’organismo militare denominato "Majestic Twelve" venne fondato nel 1947, all’epoca del caso del New Mexico e dell’allora presidente Truman ed era formato da elementi di élite di ricerca, militari americani e di altri paesi "amici".
Un ente che avrebbe sorpassato le competenze della NATO, avendo la possibilità di intervenire con mezzi logistici pronti a sua esclusiva disposizione in tutti gli Stati del mondo occidentale senza il preventivo permesso dei governi interessati.
❖ Il caso Roswell ritorna alla ribalta grazie all’FBI.
Il caso Roswell sembrava quindi relegato dietro a una cortina di silenzi e di taciti consensi politici e giornalistici, rendendo vano ogni sforzo da parte dei ricercatori che intendevano far luce sull’UFO crash e sulle sue conseguenze geopolitiche che da esso ne scaturivano.
Tuttavia, a sorpresa, nuovi fatti hanno riportato alla ribalta della cronaca il caso Roswell.
Il merito va al giornale "Salt Lake Tribune", che ha scovato negli archivi digitali di "The Vault" dell’FBI documenti relativi al caso Roswell che rivelano fatti sinora rimasti segreti.
Il "Salt Lake Tribune" li ha poi pubblicati in rete il 9 aprile 2011.
Da questi documenti risulta che, nonostante gli impedimenti, l’FBI riuscì in ogni caso a giungere alle informazioni che erano tenute segrete dai militari.
Il "Salt Lake Tribune" ha scovato in proposito un rapporto dell’FBI che parla compiutamente dell’UFO crash di Roswell consentendo di accedere a un gran numero di informazioni sull’evento e sulle creature aliene rinvenute sul posto.
Il rapporto dell'FBI, firmato dall'agente Guy Hottel e datato 22 marzo 1950, cita una fonte dell'aviazione militare americana secondo la quale il caso dell’UFO crash di Roswell è effettivamente accaduto. L’agente cita addirittura la presenza a Roswell di 3 dischi volanti, ciascuno del diametro di circa 16 metri e con una parte sopraelevata al centro.
"Ogni disco (si legge nel rapporto) era occupato da 3 corpi di forma umanoide alti meno di un metro, vestiti con un tessuto metallico a trama molto fitta.
Ogni corpo era avvolto in una specie di bendaggio simile alle tute antigravità usate dai piloti collaudatori". Il rapporto dell’agente dell’FBI conclude sostenendo che i "dischi volanti potrebbero essere precipitati a causa delle interferenze elettroniche provocate dai radar militari di grande potenza presenti nella zona del ritrovamento".
Ancora più sorprendente è quanto è stato pubblicato in merito al caso Roswell, il 15 febbraio 2012, dal quotidiano inglese "Daily Mail" a seguito delle dichiarazioni raccolte da un consulente governativo, Timothy Good.
Il funzionario avrebbe riportato la notizia che il Presidente Dwight D. Eisenhower avrebbe avuto 3 importanti incontri segreti con degli alieni nel 1954 nella base aerea di Holloman Air Force in New Mexico. Sia Eisenhower che altri membri dell’ FBI che parteciparono a quegli incontri avrebbero dichiarato che organizzarono ciascun appuntamento "inviando un messaggio telepatico agli alieni perché erano in grado di intercettarlo".
Si ha notizia diretta che alla visita di Eisenhower a questa base, i militari in forza ad essa, ebbero il divieto di entrare o di uscire. Non solo, nella base c’era un hangar guardato a vista dai militari di corpi speciali non meglio identificati.
Non sorprendono e sembrano essere coerenti con la cronaca di "fantapolitica" della saga americana sugli UFO le dichiarazioni rilasciate nel luglio del 2013 da Edgar Mitchell, il sesto dei 12 astronauti che hanno camminato sulla Luna, nella missione Apollo 14.
L'ex astronauta parla del fenomeno di cui si dichiara "molto ben informato", dai contatti con i testimoni degli eventi di Roswell ai motivi per un possibile insabbiamento del tema da parte del governo. "Il silenzio sugli UFO deve terminare" ha dichiarato.
"C'è un'enorme quantità di denaro in ballo in un'eventuale industria che utilizzi tecnologia aliena per il viaggio spaziale”. Sul caso Roswell Edgar Mitchell ha ulteriormente precisato:
"sono stato contattato da persone collegate agli osservatori dei fatti originali di Roswell, come la persona che ha recapitato le bare di dimensioni minuscole per contenere i corpi degli alieni recuperati".
❖ Il caso McKinnon e il cover up degli USA
Il caso dell’hacker scozzese McKinnon sembra confermare la situazione di cover up mantenuta dagli Stati Uniti sul fenomeno UFO, aprendo a una visione inquietante sui possibili segreti che potrebbero essere custoditi dagli USA.
Tra il febbraio 2001 e il marzo 2002 Gary McKinnon, che operava come hacker con lo pseudonimo di "Solo", era riuscito a penetrare in 97 computer militari e della NASA.
McKinnon ha poi rivelato ai media quanto scoperto a seguito della sua intrusione, parlando di verità ben celate negli archivi della NASA e del Pentagono che, se divulgate al pubblico, avrebbero potuto cambiare le sorti socio-economiche dell'umanità.
Secondo le dichiarazioni dell’hacker scozzese, nei file segreti del Pentagono avrebbe scoperto l'esistenza di un progetto denominato "Progetto Rivelazione" nel quale esperti in vari campi dell’aeronautica ammettono che gli USA hanno catturato astronavi aliene e le hanno smontate per esaminarle.
Da questa operazione, gli USA avrebbero sviluppato la tecnologia dell’antigravità, attraverso la cui applicazione domestica sarebbe possibile ottenere energia gratuita e disponibile per tutti. Negli archivi segreti della NASA, McKinnon avrebbe inoltre trovato una dichiarazione, secondo la quale, nell'edificio numero 8 del Johnson Space Centre vengono cancellate regolarmente le foto degli UFO dalle immagini satellitari ad alta risoluzione.
In questi archivi c'erano cartelle denominate "filtrate, non filtrate, elaborate e "grezze".
McKinnon sarebbe riuscito ad aprire solamente una di queste cartelle e a visualizzare una sola immagine che definisce stupefacente.
"Era l'immagine di qualcosa che non poteva essere prodotto da mani umane", asserisce Gary McKinnon, "si trovava sopra l'emisfero terrestre. Assomigliava a un satellite.
Aveva la forma di un sigaro e aveva cupole geodesiche sopra, sotto e a entrambe le estremità; malgrado la bassa risoluzione che sono riuscito a ottenere, l'immagine era molto distinguibile.
Questa cosa era sospesa nello spazio, non aveva giunture e nessuno dei segni della normale fabbricazione umana”.
Tra le varie scoperte rinvenute nei file segreti McKinnon ha anche dichiarato di aver trovato una lista di agenti governativi classificati sotto il titolo di "Agenti Non-terrestri".
Un argomento che ricorda quanto affermato recentemente dal Primo Ministro russo Dimitri Medvedev che ha accusato gli USA di non voler rivelare le loro informazioni relative a UFO e alieni. McKinnon, nelle sue rivelazioni, aggiunge di aver trovato anche "una lista di trasferimenti da flotta a flotta e una lista di nomi di navi.
Navi che non sembrano esistere nei vari elenchi delle flotte internazionali e non appartengono neppure alla Marina americana. Ho idea che gli americani abbiano navi spaziali segrete con cui navigano nello spazio assieme agli alieni".
( questo forse spiegherebbe il perché della conclusione dei viaggi dello Shuttle ).
Gli Stati Uniti non sono rimasti inerti di fronte alle rivelazioni del McKinnon, né tanto meno hanno cercato come da prassi di ridicolizzarlo, ma hanno tentato caparbiamente, con tutti i mezzi legali possibili, di arrestarlo ed estradarlo negli USA.
Nel 2005 gli USA hanno avviato un procedimento di estradizione che doveva risolvere definitivamente il caso sul piano penale. Era previsto, che McKinnon sarebbe stato sottoposto a un regolare processo militare che lo avrebbe comunque condannato a 70 anni di carcere da scontare presso la base militare della Baia di Guantanamo.
Tuttavia, nel 2012, in suo aiuto è intervenuto il Sottosegretario di Stato per gli Affari Interni del Regno Unito, Theresa May, che ha rigettato definitivamente la richiesta di estradizione avanzata dalle autorità statunitensi.
Ma perché arrestare qualcuno che parla di cose a cui non crede nessuno e che gli americani hanno sempre smentito?
Ma allora è tutto vero???
❖ L’incontro ravvicinato di Ronald Reagan
Un altro episodio della saga "fantapolitica" americana sembra incrinare il muro di silenzio che gli USA hanno eretto sul tema degli UFO.
Nel 2012 è apparsa una testimonianza rilasciata dall’attrice Shirley MacLaine che porta alla luce, a 8 anni dalla sua scomparsa, un evento di cui fu protagonista Ronald Reagan, allora ancora un attore ma che poi divenne presidente degli USA.
Secondo la testimonianza dell’attrice americana, nei primi anni '50, Reagan e la moglie Nancy erano attesi a un party organizzato dall'attore William Holden.
I 2 arrivarono in ritardo e molto eccitati.
All'amica Lucille Ball, star della serie tv "I love Lucy" conosciuta in Italia come "Lucy ed io", raccontarono che si erano fermati sulla superstrada che porta a Los Angeles per osservare un disco volante che stava atterrando. Shirley MacLaine ha aggiunto altri particolari:
dall'astronave sarebbe uscito un alieno che rivolgendosi all'attore lo avrebbe invitato ad abbandonare Hollywood per concentrarsi sulla politica, probabilmente, profetizzandogli un luminoso futuro.
In effetti, da lì a poco Reagan smise di recitare per correre per la carica di Governatore della California, che ricoprì dal 1967 al 1975, per poi venire eletto per 2 mandati consecutivi, dal 1981 al 1989 alla Casa Bianca. Forse fu questa esperienza che ispirò il famoso discorso che Reagan pronunciò il 21 settembre 1987 davanti all'Assemblea delle Nazioni Unite.
In questo discorso invitava il mondo all'unità, chiedendo all'eterno nemico sovietico, che ormai con la Perestroika avviata da Gorbaciov stava cambiando corso, di superare le diversità in vista di possibili problemi comuni.
Tra le sfide da affrontare insieme, disse che c’era anche quella aliena.
"Con questo nostro continuo, ossessionante antagonismo, spesso ci dimentichiamo di tutto ciò che ci accomuna come parte dell'umanità. Forse, abbiamo bisogno di una minaccia universale che arrivi dall'esterno per farci ricordare quanto siamo legati gli uni agli altri.
Mi capita a volte di pensare quanto rapidamente sparirebbero le nostre diversità se dovessimo affrontare un attacco alieno proveniente dal di fuori del pianeta.
E ancora, mi domando: le forze aliene non sono forse già in mezzo a noi?"
In merito alla posizione di Reagan, Gorbaciov ricorda che nel 1985, alla fine di un duro confronto durato 5 ore, Reagan gli aveva già preannunciato:
"pensi a quanto sarebbero più semplici questi nostri meeting, se all'improvviso scoprissimo che una specie proveniente da un altro pianeta dell'universo minacciasse il nostro mondo.
Dimenticheremmo subito le piccole differenze che esistono tra le nostre Nazioni."
Reagan non faceva che ripetere a posteriori, forse inconsapevolmente, quanto già aveva detto qualche tempo prima Vladimir Uljanov Lenin:
"se riuscissimo a stabilire delle comunicazioni interplanetarie, tutti i concetti filosofici, morali e sociali dovrebbero essere riveduti. Ciò imporrebbe la fine della regola della violenza quale mezzo e metodo di progresso..."
❖ L’ONU e le dichiarazioni di Dimitri Medvedev
A portare l’attenzione sul caso del fenomeno UFO, in maniera meno romanzata è stata la dichiarazione rilasciata da Dimitri Medvedev, primo Ministro della Federazione Russa, l’8 dicembre del 2012 a una giornalista del telegiornale "Nedelja".
Una dichiarazione che ha fatto immediatamente il giro dei media del mondo e che ha rimesso in gioco il tema degli UFO e, soprattutto, della presenza degli alieni sulla Terra.
L’intervista, fedelmente tradotta dal russo, riporta le parole del Primo Ministro:
"Dunque lo dico a lei per la prima e ultima volta.
Insieme alla valigetta con i codici nucleari, al presidente della Nazione Russa viene portata una speciale cartella su cui è scritto: Segretissimo.
Questa cartella è interamente dedicata agli extraterrestri che hanno visitato il nostro pianeta.
Nello stesso tempo, viene trasmessa una Relazione assolutamente riservata dal reparto dei Servizi Segreti russi che si occupa della presenza degli extraterrestri sul territorio del nostro Paese. Queste due cartelle di documenti vengono consegnate assieme alla valigetta nucleare. A mandato terminato, tali cartelle vengono conseguentemente passate al nuovo presidente.” Alla specifica domanda della giornalista sull’entità della presenza degli alieni tra l’umanità, Dimitri Medvedev risponde:
"Quanti alieni sono tra di noi non lo posso dire, in quanto, ciò potrebbe destare il panico".
Questa dichiarazione non era occasionale ma venne ripresa ancora da Dimitri Medvedev il 23 gennaio 2013 in occasione del 43° incontro del Forum economico mondiale (W.E.F.) di Davos, in Svizzera. Un forum mondiale che accoglie l'élite economica e politica, gli intellettuali dei vari paesi e i capi degli organismi internazionali (come Barack Obama, Angela Merkel, David Cameron, Christine Lagarde, Mario Monti e altri ancora) si riunisce in questa piccola stazione sciistica nel cuore delle Alpi svizzere per analizzare lo stato del mondo e tentare di trovare delle soluzioni alle eventuali crisi.
In questa sede, il Primo Ministro russo Dimitri Medvedev ha ribadito la sua dichiarazione rilasciata precedentemente nell’intervista moscovita, presentando una richiesta ufficiale agli USA perché aprano i loro archivi segreti sugli UFO e collaborino ad affrontare il problema del contatto con gli alieni. A Davos, l’argomento degli UFO e degli alieni non è stato solo riferito alla richiesta ufficiale di Dimitri Medvedev, ma è stato uno dei temi trattati nel corso dell’incontro annuale del W.E.F. Mentre in Italia si perde tempo a parlare di sport, di politica e di gossip, negli altri Paesi si guarda concretamente a una dimensione più reale del pianeta e, tra i tanti argomenti riguardanti l’ambiente e i problemi commerciali, in agenda, c’era anche l’argomento UFO e Alieni.
La preoccupazione dei relatori è stata quella di presentare il caso emblematico di "Terra 2.0", ovvero, la Terra dell’epoca del contatto con civiltà extraterrestri evolute e della possibile crisi politica e militare che potrebbe affrontare la Terra a seguito di questo contatto.
I vari relatori hanno puntualizzato che, "vista la scoperta di esopianeti nello spazio che dimostrano la reale possibilità che esistano civiltà extraterrestri evolute è inevitabile che entro 20 anni avverrà il contatto e che, le nazioni della Terra dovranno trovarsi preparate a fronte di una possibile minaccia.
Gli esperti del Forum hanno quindi invitato la comunità mondiale a prepararsi all’incontro con gli extraterrestri e a valutare le eventuali minacce.
Proponendo anche la necessità di creare servizi speciali per il rilevamento delle civiltà extraterrestri, affinché, tali servizi possano scongiurare il pericolo proveniente dallo spazio.
Gli esperti sono comunque del parere che, anche se l'"intelletto extraterrestre" sarà scoperto, ciò non cambierà molto la vita umana. Ma, a lungo andare, ciò cambierà la psicologia e la filosofia degli uomini. La scoperta della vita su un altro pianeta contribuirà infatti, a formulare la conclusione sull’esistenza della vita nell’Universo e ciò, a sua volta, minerà le basi filosofiche e religiose dello status quo attuale.
D’altro avviso, sembrano essere le Nazioni Unite, che hanno aperto uno specifico ufficio, quello degli Affari Spaziali (UNOOSA), diretto in primo incarico dall’astrofisica malese Mazlan Othman. Il ruolo dichiarato di questo ente è ad oggi quello di occuparsi di gestire le competenze giuridiche relative alle attività nello spazio attuate dalle varie nazioni.
Tuttavia, una dichiarazione rilasciata dalla stessa scienziata ha suggerito altre inequivocabili prospettive del ruolo dell’ONU:
"la continua ricerca di comunicazioni extraterrestri ci lascia sperare che un giorno l'umanità riceverà segnali dagli alieni" … "Quando succederà, dovremo avere in piedi una risposta coordinata che tenga conto della delicatezza del soggetto:
l'ONU è una struttura già pronta per mettere in piedi questo meccanismo".
Questa dichiarazione può in effetti significare che l'ONU si stia preparando, con la solita cautela del caso imposta dagli scettici, a mediare e coordinare la risposta dell'umanità a un eventuale "primo contatto".