Trama e scheda del film Starman
Titolo originale: Starman
Regia: John Carpenter
Paese e Anno: USA 1984
Cast: Jeff Bridges, Karen Allen, Charles Martin Smith, Richard Jaeckel, Robert Phalen, David Wells, Sean Faro, John Walter Davis, Russ Benning, Tony Edwards, Ted White, Ralph Cosham, Anthony Grumbach, Jim Deeth, Mickey Jones
Fotografia: Donald M. Morgan
Montaggio: Marion Rothman
Musiche: Jack Nitzsche
Produzione: Michael Douglas Larry Douglas J. - Columbia Pictures
Distribuzione: CEIAD (1985) - COLUMBIA TRISTAR Home Video
Genere: Fantascienza - Avventura
Durata: 110 min.
Trama Starman
Jenny Hayden, rimasta vedova e senza figli di Scott, viene destata una notte da uno strano splendore nel soggiorno della sua casetta. Un fenomeno assurdo e terrorizzante si produce sotto i suoi occhi: in pochi minuti, il corpo di un neonato si trasforma e Jenny lo vede diventare bambino, adolescente ed uomo fatto. Ma la cosa più incredibile è che l'uomo in questione è identico al defunto marito. Lo sconosciuto, che sembra conoscere solo alcune parole o espressioni americane, fa salire la donna sulla di lei macchina e la prega di condurlo subito in una località dell'Arizona. E' lontano, ma "loro" lo aspettano là e, se non arriva sul posto entro 3 giorni, egli è destinato a morire. Così comincia la straordinaria avventura di Jenny con un alieno, in missione sulla terra ( dove, a quanto lui dice, la sua gente scese, giusto in Arizona, tanto tempo fa... ). Le autorità della Difesa ed i servizi segreti sono al corrente dell'accaduto ( perché il mezzo che ha portato giù l'alieno è stato intercettato e distrutto, suscitando interrogativi e problemi ): i 2 sono inseguiti, ma riescono sempre a cavarsela, mentre nella loro fuga 1000 episodi e piccoli incidenti anche curiosi ed ameni non tardano a verificarsi. Jenny, dopo le prime paure, è affascinata dallo sconosciuto, che è il ritratto vivente di Scott; presto essa si innamora di lui, lui non è da meno, malgrado una certa goffaggine e così il galattico scopre l'amore. La caccia accanita ai fuggiaschi è ormai alla stretta finale: i soldati vengono attestati, protetti da un nugolo di elicotteri dell'esercito, sull'orlo di un enorme cratere dell'Arizona. Puntuale all'appuntamento, è là che scende una gigantesca astronave e l'alieno, investito da un raggio potentissimo, riprende le forze che ormai stanno per mancargli, sale a bordo e parte verso gli spazi infiniti. Resteranno a Jenny la dolcezza dei ricordi, la intensità di un breve amore ( vissuto o rivissuto che sia ) con, in più, il palpito e la certezza di una nuova vita, di un figlio erede non solo della intelligenza e delle formidabili energie di uno "di quelli lassù", ma anche della loro bontà e superiorità.
Trailer Starman
Recensione Starman
Ad un primo impatto sembrerebbe difficile vedere nel giovane Jeff Bridges, protagonista del film di John Carpenter “Starman”, alcunché di alieno. Se si esclude la "bizzarra" nascita, l'unica cosa
veramente extraterrestre è l'incredibile innocenza, innocenza che gli permette di affrontare tutto quello che gli accade con un sorriso sulle labbra ( storia vecchia quella del legame tra
innocenza e felicità ).
La storia portata sul grande schermo da John Carpenter, pur rimanendo nel solco della fantascienza a lui tanto cara ( il bizzarro "Dark star", "La cosa", "1997 - Fuga da New York" e, più
recentemente, "Fantasmi da Marte" ), assume contorni decisamente classici, da film per tutta la famiglia, e perde per forza di cose la carica dirompente e d'azione tipica di molti suoi lavori
precedenti e futuri, quasi che “Starman” sia una parentesi non molto riuscita. Ad essere sinceri infatti succede poco al buon alieno abbattuto, che cerca solo di tornarsene a casa, e gli sforzi
per catturarlo da parte di un improbabile Charles Martin Smith ( nei panni di uno scienziato del SETI a libro paga dell'Agenzia per la Sicurezza Nazionale ), non aggiungono certo azione e men che
meno tensione. Da salvare solo le buone interpretazioni di Karen Allen ( reduce dal successo de "I predatori dell'arca perduta" ) e dell'alieno Bridges. Troppo poco per riuscire, a distanza di 25
anni, ad appassionare ancora lo spettatore.