Trama e scheda del film Predators
Titolo originale: Predators
Regia: Nimród Antal
Paese e Anno: USA 2010
Cast: Adrien Brody, Topher Grace, Danny Trejo, Alice Braga, Laurence Fishburne, Walton Goggins, Oleg Taktarov, Louis Ozawa Changchien, Mahershalalhashbaz Ali, Brian Steele
Fotografia: Gyula Pados
Montaggio: Dan Zimmerman
Musiche: John Debney
Produzione: Troublemaker Studios, Twentieth Century-Fox Film Corporation
Distribuzione: 20th Century Fox
Genere: Fantascienza
Durata: 106 min.
Trama Predators
Adrien Brody nei panni di Royce, un mercenario che con riluttanza guida un gruppo di guerrieri scelti che scopriranno di essere stati portati su un pianeta alieno...come prede.
Con l'eccezione di un medico, sono tutti spietati assassini, mercenari, Yazuka, condannati, membri di squadroni della morte, "predatori" umani che stanno per essere sistematicamente cacciati e uccisi da una nuova razza di Predatori alieni.
Trailer Predators
Recensione Predators
Adrien Brody si sveglia e, come in un incubo, sta precipitando nel vuoto e il paracadute non si apre.
Così, con la scena migliore del film, ha inizio "Predators", terzo capitolo della saga horror / fantascientifica iniziata nel 1987. All'epoca a combattere i cacciatori alieni c'era Schwarzy, oggi
c'è Brody: lo scarto non è minimo, ma la differenza tra i due è proprio questa: che Brody è perfetto anche quando è un "miscast", Arnold difficilmente lo si immagina a proprio agio, ad esempio,
sul treno per il Darjeeling.
La trama in poche righe (comunque più di quanto probabilmente è lungo il soggetto originale): un manipolo di assassini provenienti da tutte le organizzazioni criminali e militari peggiori della
Terra (dalla Yakuza all'IDF), più un pericoloso condannato a morte ed uno spaurito dottore (Topher Grace) si risvegliano in una strana giungla senza alcuna idea di come e perché sono stati
portati là, per di più armati.
Mentre il gruppo tenta di sopravvivere, guidato dal riluttante Royce (Brody), il mistero si dipana: non sono sulla Terra, ma su un pianeta utilizzato come una riserva di caccia aliena ad una
specie di Predators molto più pericolosa dell'originale.
Non ci vuole molto per arrivare alla spiacevole conclusione che il loro ruolo è quello della preda.
La notizia, con "Predators", è che non è un filmaccio, e di questi tempi non è poco. Non c'è da stupirsi però: dietro quest'ennesimo rilancio di un vecchio brand c'è Robert Rodriguez, uno che il
cinema, oltre a farlo, lo ama e lo conosce. Lo script di "Predators" era stato realizzato anni fa proprio da Rodriguez e messo in un cassetto quando Schwarzy declinò l'offerta. Opportunamente
modificato, il progetto è stato rilanciato quando quel cassetto è stato aperto probabilmente da un executive della Fox che cercava le pasticche per l'ansia vista la mancanza di nuove idee.
Rodriguez a quel punto si è offerto di fare da "padrino" al progetto, di mettere a disposizione, oltre al suo amore per la saga, la sua casa di produzione, la Troublemakers, e di lasciare la
regia a Nimrod Antal: il risultato è uno dei migliori reboot degli ultimi anni. Per la cronaca, quanto accaduto nel primo episodio viene citato ma la visione degli altri capitoli (nonché dei vari
"Alien contro Predator) non è assolutamente necessaria.
Non si grida di certo al capolavoro e "Predators" non avrà l'impatto che ebbe il primo capitolo (ma d'altra parte erano gli anni ottanta); la trama è semplice e i personaggi sono classici
archetipi da action movie più che persone, la struttura è quella classica: il gruppo iniziale si assottiglia con decessi più o meno violenti fino a che non rimane solo il protagonista principale
ed, eventualmente, la sua bella. Nelle mani sapienti di Rodriguez, queste caratteristiche di per sé non positive diventano i punti di forza del film. Che Rodriguez sappia che non deve prendersi
sul serio lo dimostra la geniale scelta del pezzo sui titoli di coda: "Long Tall Sally", intuizione mutuata palesemente dal suo amico Tarantino per dare un tocco di ironia ad un genere che
raramente sa prendersi in giro davvero.
Per dare credibilità ad un concept buono solo per altre decadi, comunque, era necessario mettere di fronte agli alieni cacciatori un attore che desse spessore a tutta la vicenda. Adrien Brody
(così come, in parte, Topher Grace), è l'uomo sbagliato al posto giusto. Se il duello finale tra Royce e l'ultimo Predator è intenso e credibile, non è certo per merito dell'alieno.
Abbastanza inutile invece il personaggio di Laurence Fishburne, se non per spiegare (a noi) che i Predator che giocano con gli sventurati protagonisti stanno al Predator di Schwarzy come il lupo
sta al cane (sic), anzi, che anche esso è una preda: infatti lo troviamo appeso come un pollo all'accampamento dei Predator più grandi. Da questa rivelazione nasce l'ultimo atto del film, in cui
si aggiunge anche un plot twist un po' forzato, ma efficace riguardante il personaggio di Topher Grace. Complessivamente, i personaggi che resistono più a lungo alla caccia hanno il tempo per
mostrare di non essere del tutto bidimensionali, ma non c'è introspezione né alcuna volontà di innescare dibattiti sulla natura umana: Predators è un film d'azione e basta, una guerra tra Alieni
spietati e umani duri da uccidere, non ci sono eroi tra "i nostri": sulla Terra, sono loro i predatori, i peggiori della specie, quelli che uccidono perché in fondo ci provano gusto. In fin dei
conti, se si parteggia per gli umani piuttosto che per gli alieni, è solo per istintiva solidarietà di genere (o perché Brody ispira simpatia comunque, con quella faccia un po' così) e perché
essi si trovano ad essere i più deboli, non certo perché costituiscono il fiore all'occhiello del genere umano.
Insomma, se avete bisogno di dare aria ai neuroni o siete fan della serie, è difficile che questo titolo vi possa deludere.
Se siete a caccia dell'ennesimo blockbuster fracassone ed inconcludente, invece, non è aria, potreste addirittura rimanerci un po' male: "Predators" riesce anche ad evitare il ricorrente clichè
del "più fa rumore mentre esplode, più è bello", con degli scontri corpo a corpo tra i Predators e gli umani efficaci, originali e brevi, più alcune scene di "caccia" perfettamente calibrate tra
tensione e azione.
Non c'è mai la sensazione, ormai fin troppo ricorrente con i blockbuster, che lo scopo dei realizzatori sia quello di attirare gente in sala e nascondersi dietro il brand per due ore a colpi di
effetti speciali gratuiti e magari anche a basso costo (vedi "Wolverine" e "2012", ad esempio).
Prigioniero del suo concept semplicissimo, "Predators" non può entusiasmare come, ad esempio, lo "Star Trek" di J.J. Abrams, per paragonarlo ad un altro reboot riuscito, ma mantiene la promessa
di intrattenere e gettare le basi per un franchise dalle notevoli potenzialità, in questa veste moderna.