❖ La Commissione
Dopo aver osservato le due luci metalliche apparse dal nulla nei boschi per più di un’ora ci siamo decisi a ritirarci nel rifugio. La nostra guida vi aveva fortemente raccomandato di non avvicinarci alle luci, non dandoci alcuna spiegazione aggiuntiva, ma noi sapevamo che ce lo aveva detto per una ragione. Sull’altro lato della montagna, in un’altra valle che per il momento non nominiamo, cacciatori che sono entrati nei boschi nel momento sbagliato si sono visti uccidere il proprio cane e sequestrare le armi fino al mattino successivo da uomini non identificati e con il volto coperto, che non hanno mai pronunciato una parola eccetto uno, quello che dava gli ordini. Superfluo aggiungere che noi non eravamo equipaggiati per uno scontro e nemmeno era quella la nostra intenzione.
Eravamo lì per osservare e, quindi, abbiamo seguito il suggerimento della nostra guida.
Al mattino, però, eravamo pronti ad esplorare l’area delle luci, determinati a cercare dietro
ogni roccia, albero o cespuglio nella speranza di trovare segni che qualcuno era effettivamente lì e per tentare di capire il motivo della loro presenza.
Basandoci sull’osservazione della notte precedente abbiamo circoscritto l’area in circa 200 metri di raggio, tenendo una collinetta al centro.
La collinetta era punteggiata di alberi e cespugli ma per la maggior parte era composta di piani di roccia. Ci siamo divisi in due gruppi: uno sarebbe passato sulla destra della collinetta per raggiungere la valle che si trovava dietro, ai piedi della parete rocciosa della montagna.
Il secondo gruppo avrebbe tagliato direttamente attraverso i cespugli per raggiungere la cima. Il primo gruppo ha trovato questa traccia sul declivio della collina che guardava alla parete montuosa. I segni di tre artigli sono chiaramente visibili nella parte di terreno soffice che si trovava tra le rocce. Secondo le nostre ricerche si tratterebbe di uno degli arti anteriori del tipo “Grigio” ( ma non crediamo che si tratti di un Trantaloide ), quello che i locali chiamano “Fumini” o “Ometti” nel loro dialetto. Queste sarebbero le creature che sono maggiormente avvistate all’interno della Valmalenco.
Quando il primo gruppo ha comunicato via radio il ritrovamento, il secondo gruppo aveva appena raggiunto la sommità della collinetta, dove si trovava uno sperone di roccia sporgente che formava un naturale posto di osservazione: da esso si potevano infatti vedere tanto il rifugio dove eravamo noi, quanto le casette sottostanti dove alloggiava la nostra guida.
Il terreno su quella roccia mostrava segni di parecchio movimento. Abbiamo trovato tracce di zampe a quattro dita, simili a quelle di un felino di grosse dimensioni ( se eravamo sul Grand Canyon si poteva pensare alle tracce di un puma ).
Ma non ci sono felini in Valmalenco. Le tracce erano molto chiare e ci dicevano che i “Fumini” non erano gli unici esseri che avevano passeggiato in quell’area la notte precedente. Non avevamo dati riguardanti queste tracce prima di questa data.
I 2 gruppi si sono incontrati sul lato opposto della collinetta, il primo gruppo attraversando la piccola valle sottostante, coprendo così tre quarti della circonferenza della collina; il secondo gruppo proseguendo lungo la cresta per poi scendere dove il primo gruppo attendeva. Proprio sulla cresta sono state trovate queste tracce.
Si tratta di segni di tre artigli con forse un quarto in corrispondenza del tallone (non così chiaro), ma artigli diversi rispetto a quelli trovati dal primo gruppo.
Secondo la nostra guida si tratterebbe dei segni dei “Grigi”, ma queste impronte sarebbero delle zampe posteriori. Abbiamo ipotizzato che le tracce siano state lasciate sul declivio ghiaioso mentre l’individuo si spostava, magari per raggiungere la cima.
Potrebbe essere anche scivolato o aver sostato per qualche attimo, almeno la traccia in basso a sinistra pare indicare questo. E comunque non doveva trattarsi di pesi piuma per lasciare tracce del genere su un terreno duro.
Nel completare l’esplorazione attorno alla collinetta abbiamo trovato l’ultima traccia.
Questa era simile a quelle trovate sullo sperone di roccia, solo 4 volte più grande.
Così grande che era chiaramente visibile l’impronta di una capra che vi era passata al suo interno. Abbiamo dati di cacciatori che avrebbero visto strani esseri rimpicciolirsi e allungarsi fino a dimensioni gigantesche, tuttavia la descrizione di tali creature non combacia con le tracce di grandi felini da noi trovate.
A meno che questi esseri utilizzino delle tute protettive che mascherano il loro vero aspetto. E su questo possediamo altre prove classificate CEX-III (vedi la nostra classificazione) a sostegno di tale ipotesi. Ma allora chi ci stava guardando?
Sappiamo che qualcuno c’era, avevamo avuto l’esperienza nella “bolla” la notte precedente e, quella stessa mattina, abbiamo documentato un avvistamento CEX-I proprio sopra le nostre teste (vedi Non siamo mai stati soli), ma su chi e perché non abbiamo risposte...per ora.
Man mano che le nostre indagini sui fenomeni della Valmalenco proseguono, speriamo di trovare alcune risposte al milione di domande che girano nelle nostre menti sin dal giorno in cui abbiamo messo piede in questo stupendo Giardino dell’Ed(b)en.