Nel 1961, 2 anni prima di morire, Angelo Roncalli, il Papa Buono, avrebbe incontrato un alieno. L’incontro sarebbe avvenuto nei giardini di Castel Gandolfo alla presenza di un testimone speciale, Loris Francesco Capovilla, il segretario particolare di Papa Giovanni XXIII. La notizia apparve su un quotidiano inglese e fu poi ripresa dal Sun nel 1985 ma nessuno ci fece caso.
Oggi quell’incontro torna alla ribalta grazie ad un filmato apparso su YouTube che ha fatto il giro del mondo. Ecco tutta la storia di un “ contatto” molto particolare.
Camminavano, con il lago a pochi passi, il silenzio di uno dei borghi più belli d’Italia.
Camminavano, come avevano fatto mille volte in quegli splendidi pomeriggi d’estate, uno a fianco all’altro, come due amici, come persone qualsiasi che hanno voglia di starsene un po’ in disparte
fuori dalla routine quotidiana.
Era Luglio, un pomeriggio di Luglio del 1961, quando tutto accadde.
“Li avevamo sopra le nostre teste, luci, erano luci colorate, azzurro, arancione e ambra.
Qualche minuto e poi…”. E poi, accadde l’imponderabile, l’impossibile.
Ciò che è difficile anche da raccontare.
E allora tutto d’un fiato.
Le luci sono astronavi.
Le astronavi sono dischi nel cielo turchino d’un pomeriggio qualunque a Castel Gandolfo.
Si muovono silenziose, stanno per qualche minuto su quelle 2 figure inconfondibili che camminano fianco a fianco come persone qualsiasi.
Poi, il contatto.
Una delle astronavi si stacca dallo stormo, atterra, si ferma “nel lato sud del giardino”, il portellone si apre e dalla carlinga viene fuori qualcosa è “assolutamente umano”, solo che...
...Solo che ha una luce intorno, una luce che lo avvolge.
I due caddero in ginocchio, poi, lui si alzò e andò senza esitare verso l’Uomo, verso quell’essere “assolutamente umano” avvolto da una luce tenue, delicata, penetrante.
Parlarono “per circa 20 minuti” ma non si potevano sentire quelle voci, “non sentii nulla” ma parlavano, gesticolavano, per 20 minuti, 1200, infiniti secondi.
Poi, l’Uomo voltò le spalle e se ne ritornò da dove era arrivato.
Lui mi guardò e pianse.
Sembra l’incipit di un romanzo di fantascienza da 4 soldi eppure una ventina d’anni dopo, il Sun lo spara in prima pagina, attribuendo il racconto niente meno che all’arcivescovo Loris Francesco
Capovilla, il segretario personale di Angelo Giuseppe Roncalli, Papa Giovanni XXIII.
Ed ora, quell’articolo e quello strano silenzio che seguì alla clamorosa rivelazione, sta facendo il giro del mondo grazie al Web.
Angelo Roncalli, riconosciuto formalmente “beato” da Papa Giovanni Paolo II il 3 Settembre del 2000, incontrò un alieno nella sua residenza di Castel Gandolfo alle porte di Roma.
Era il Luglio del 1961.
Testimone di quell’incredibile “ contatto” il suo segretario personale.
L’uomo che da anni è considerato la memoria vivente di uno dei pontefici più amati della storia. Loris Francesco Capovilla, Arcivescovo di Chieti, prelato di Loreto, notoriamente apprezzato per
la sua serietà e il suo rigore.
“Per anni Roncalli si tenne dentro il ricordo di quel pomeriggio.
E anche io ho rispettato il suo silenzio, loro parlavano e non mi chiesero di avvicinarmi.
Era giusto così. Ma non potrò mai dimenticare le parole di sua santità quando l’Uomo si allontanò e scomparve con la sua astronave:
i figli di Dio sono dappertutto.
Anche se a volte abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri stessi fratelli”.
Questo avrebbe detto Papa Roncalli all’arcivescovo Capovilla.
Cinquant’anni dopo il racconto di quello strano pomeriggio ritorna in tutto il suo mistero, lasciando dubbi, perplessità, ma anche un filo di speranza in quanti da anni sono alla caccia di una prova definitiva. Una prova che possa dimostrare l’esistenza di razze aliene.
Sonia T. Carobi